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Tardelli e il ricordo dell’Heysel: “Non ritengo di aver vinto quella Coppa dei Campioni”

Marco Tardelli, coinvolto da Christian Vieri in una delle sue dirette Instagram, ha ricordato la tragedia dell’Heysel raccontando il modo in cui vive quel successo con la maglia della Juventus: “Ce l’ho nel curriculum ma non mi piace ricordarla, troppi brutti ricordi”. Negli scontri prima della gara morirono 39 persone.
A cura di Redazione Sport
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Momenti leggeri, ironici, a tratti comici. Ma anche occasioni di riflessione e confronti su temi delicati. Nelle dirette Instagram di Christian Vieri, uno dei tormentoni social degli ultimi giorni, c'è spazio un po' per tutto. Nella chiacchierata che ieri l'ex bomber ha intrattenuto con Marco Tardelli, suo ex allenatore ai tempi dell'Inter, il treno dei ricordi si è fermato ad una delle pagine nere della storia del calcio mondiale: la strage dell'Heysel.

In occasione della finale di Coppa dei Campioni 1985 morirono 39 persone a causa dei disordini scoppiati sugli spalti in seguito alla carica da parte dei tifosi del Liverpool verso uno dei settori occupati dai sostenitori della Juventus. La partita, nonostante la tragedia, iniziò in ritardo ma si giocò regolarmente, con la vittoria finale della Juve per 1-0. Un trionfo che Marco Tardelli non sente suo.

"Ne ho vinta una, ma è stata una sconfitta del calcio. Non ritengo di aver vinto quella Coppa dei Campioni, non la ricordo volentieri. Ce l'ho nel curriculum ma è una parte che non mi piace ricordare".

Tre anni prima per Tardelli era arrivato il più grande successo a cui può aspirare un calciatore. In quell'occasione senza ombre a condizionarne il ricordo, nel caso di Tardelli ancora più speciale. Perché alla vittoria del Mondiale 1982 da parte dell'Italia è legata a doppio filo la storica esultanza dopo il gol in finale alla Germania, passata alla storia come l'urlo di Tardelli. Un festeggiamento chiaramente non premeditato, anche se il diretto interessato ci ha scherzato su.

"Era preparata, sapevo di fare gol al Mondiale. È uscita un po' così, la gioia era immensa. Era un traguardo che aspettavo da tanti anni, vincere il Mondiale era il massimo della vita. Rivedendola, mi sono sembrato un po' matto ma è stata un’esultanza bella".

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