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Spalletti si toglie il sassolino dalla scarpa sulla Nazionale: “Adesso tutti se ne sono resi conto”

Durante la conferenza stampa di Fiorentina-Juventus c’è una domanda che mette un po’ in imbarazzo l’ex ct, oggi tecnico dei bianconeri. “Non è il problema di cosa mi hanno detto. Mi sono versato più olio bollente addosso di quello che mi hanno voluto attribuire”.
A cura di Maurizio De Santis
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La domanda che coglie un po' di sorpresa Luciano Spalletti arriva alla fine della conferenza stampa che precede Fiorentina-Juventus. Gli chiedono della Nazionale e dei problemi strutturali che ne hanno fagocitato il mandato di ct: fu esonerato dopo il 3-0 incassato in Norvegia a giugno, le 4 sberle prese sul muso dall'Italia a San Siro da un avversario che ha giocato veramente una mezz'ora (e gli è bastata…) ribadiscono che nessuno ha la bacchetta magica. "Alla luce di come è andata, sembra evidente che la colpa non è né di Spalletti, né di Gattuso, né di nessun altro ct", gli dice il giornalista. E la ferita che porta dentro di sé l'ex allenatore Azzurro inizia a sanguinare. Ci mette qualche attimo per rispondere e articolare la risposta che, almeno nella prima, è un po' come togliersi il sassolino dalla scarpa.

Non è il problema di cosa mi hanno detto – dice il tecnico della Juve -. Mi sono versato più olio bollente addosso di quello che mi hanno voluto attribuire. Inutile tornare sugli stessi discorsi. Ci siamo resi conto che il percorso sarebbe stato questo e siamo in corsa per il nostro obiettivo. Si è un po' materializzato questo discorso che bisogna andare allo spareggio, poi tutti si son resi conto che di là si aveva a che fare con una Nazionale forte.

È quella la parte della riflessione che spiega bene quale possa essere lo stato d'animo di Spalletti. Non ce l'ha con Rino Gattuso ("gli voglio bene") e nemmeno coi calciatori (e fa i nomi di alcuni che sono "tanta roba da mettere sul piatto"). Anzi, onde evitare di essere frainteso, si spende affinché sia dato loro il massimo sostegno in un momento molto delicato come i playoff con l'Irlanda del Nord che si giocheranno il 26 marzo (il 31 marzo ci sarebbe l'eventuale finale con Galles o Bosnia). Ma, complice il trattamento ricevuto (venne lasciato da solo ad annunciare il suo licenziamento), non può fare a meno di sottolineare, sia pure indirettamente, tutto ciò di cui il gruppo Azzurro ha bisogno e che a lui è venuto mancare. Ringhio ha addirittura chiesto si faccia qualcosa (ma è difficile) per agevolare il suo lavoro, magari ritoccando il calendario del campionato.

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Abbiamo una Nazionale molto forte. Bisogna sostenere i calciatori della Nazionale e il Commissario tecnico. Qualsiasi altro genere di discorso sono solo cose che possono disturbarlo. Noi possiamo aiutarla volendole bene e facendole sentire il nostro supporto. Voglio bene ai calciatori e voglio bene a Gattuso. Da allenatore della Juventus dico che se ci fosse qualcosa di cui ha bisogno la Nazionale, sarei contento di metterle a disposizione ciò che serve per arrivare ai Mondiali di calcio. E credo che l'Italia ce la farà a qualificarsi anche se abbiamo visto che le difficoltà ci sono.

L'ultima parte della riflessione di Spalletti è dedicata ai giocatori e alla qualità che pure c'è nella rosa della Nazionale. Peccato non siano bastate (ancora) per trarsi d'impaccio da una situazione divenuta difficile.

Haaland e Nusa hanno qualità top, ma anche noi. Tonali, Donnarumma non li ha nessuno… poi ci sonmo ancora Bastoni, Di Lorenzo, Calafiori, Dimarco, Mancini. Abbiamo tanta roba da mettere sul piatto. È che in questo momento non stiamo riuscendo a prendere il meglio con continuità.

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