Spalletti è a rischio: martedì l’incontro con Gravina, l’Italia potrebbe avere un nuovo allenatore

I Mondiali di Calcio sono diventati un incubo per l'Italia. Due eliminazioni al primo turno, poi due mancate qualificazioni e il cammino verso quelli del 2026 non poteva iniziare nel modo peggiore, battuti 3-0 dalla Norvegia, gli Azzurri vedono davanti a loro una clamorosa montagna da scalare, che pare grande quanto l'Everest. L'orizzonte è quello che è, e si sa che quando le cose vanno male in discussione finisce l'allenatore. Luciano Spalletti inizia a traballare, nemmeno un anno fa dopo la debacle con la Svizzera. Martedì ci sarà un incontro tra il c.t. e il Presidente Gravina. Potrebbe accadere di tutto. Le parti potrebbero dividersi e sullo sfondo si fanno già i nomi di possibili successori.
Il cammino di Spalletti: dal ko con la Svizzera agli Europei, al 3-0 con la Norvegia
Spalletti è entrato in corsa, quasi due anni fa, ha portato l'Italia agli Europei, dove però ha deluso. Errori a valanghe, e un'eliminazione inopinata contro la Svizzera, più per il modo in cui è arrivata. A settembre il c.t. aveva detto di aver sofferto per quel risultato e di aver pensato solo a come riportare in alto la Nazionale. L'avvio della Nations League era stato promettente, poi il castello è ricrollato, miseramente.
Tre gol subiti dalla Francia, primo posto perso, pazienza, perché il pass per i quarti c'era lo stesso. Poi 1-2 in casa e 3-3 con la Germania, fino al 3-0 con la Norvegia, con un primo tempo orribile e un solo tiro in porta, al 92′! Spalletti dopo la partita ha ammesso gli errori della squadra, ma non pensa né all'esonero né alle dimissioni. I senatori si presentano alla stampa e si cospargono il capo di cenere.

Il confronto dopo Italia-Moldova del 9 giugno
Con il passare delle ore dell'umiliante sconfitta se ne parla sempre più e il risultato di quel ko è che Spalletti torna in discussione. Il presidente federale ha lasciato in pace squadra e tecnico, lunedì si torna in campo con la Moldova a Reggio Emilia. Ma pare certo che martedì ci sarà un confronto al vertice nel quale si tirerà un bilancio e non si può escludere nulla. Nemmeno che le parti decidano di separarsi, con Spalletti che potrebbe chiudere dopo una ventina di mesi la sua avventura da selezionatore.
Certamente l'Italia non è quella di venti, trenta o quarant'anni fa. Non c'è Baggio, non c'è Del Piero, non c'è Totti e nemmeno Pablito. Ma l'ultima prestazione è di livello davvero bassissimo e il cammino per i Mondiali si è complicato maledettamente. Servono una sfilza di goleade, e il successo al ritorno con la Norvegia, per andare dritti in Canada, Messico e Stati Uniti.

I possibili successori di Spalletti
Martedì il vertice decisivo tra Spalletti e Gravina. Si attende una scossa, un segnale, che almeno a livello di risultati ci sarà – non fosse altro che la Moldavia è 154ª nel Ranking FIFA. Nel frattempo si sonda il terreno. Dopo gli Europei, quando Spalletti aveva iniziato a traballare, in ambito federale si era pensato a Stefano Pioli, ora in Arabia Saudita, pronto a tornare alla Fiorentina, ma che davanti a una chiamata della Nazionale non si tirerebbe affatto indietro.
Claudio Ranieri sarebbe il profilo ideale. È l'aggiusta-tutto, una sorta di Santo da invocare nei momenti difficili. Quello che ha fatto nell'ultima stagione con la Roma è la somma del suo lavoro. Ranieri è impegnato con la Roma, ma non ha mai nascosto la sua voglia di Nazionale, e in fondo si tratterebbe al massimo di un anno, perché l'obiettivo è giocare i Mondiali. Sullo sfondo c'è Mancini, pentito per l'addio, che però non si è lasciato bene con Gravina. Spalletti è in sella e proverà a rimanerci pure a settembre, quando non si potrà scherzare più.