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Sembra una rissa come tante, poi in campo scatta la violenza: espulsi 7 calciatori

Lo stadio Belle Vue di Rhyl, in Galles, è stato teatro della zuffa che ha coinvolto calciatori in campo e quelli in panchina. La discussione per un tentativo di rallentare la rimessa in gioco è degenerata.
A cura di Maurizio De Santis
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La maxi rissa scoppiata in un match nel Galles, l'arbitro ha espulso sette calciatori.
La maxi rissa scoppiata in un match nel Galles, l'arbitro ha espulso sette calciatori.

Una scazzottata da saloon. Non sul set cinematografico ma in mezzo al campo. Il copione viene recitato a braccio dai protagonisti che sotto i riflettori vanno dando sfogo agli istinti più beluini. Sangue caldo e testa matta. Insulti e minacce. Pugni che mulinano nell'aria e altri che centrano in viso gli avversari. Calci e spintoni. Ceffoni tirati alla cieca. Una maxi-rissa che il malcapitato arbitro ha fatto fatica a sedare: non gli è bastato estrarre ben sette cartellini rossi e mandare sotto la doccia i più furibondi a raffreddare i bollenti spiriti.

L'alterco si trasforma in una zuffa, il direttore di gara fatica a tenere in pugno l'incontro.
L'alterco si trasforma in una zuffa, il direttore di gara fatica a tenere in pugno l'incontro.

C'è voluto l'intervento delle forze dell'ordine affinché la partita tra Rhyl 1879 e Bangor 1876 nella divisione Ardal North West del Galles non finisse in ospedale per la raffica di colpi che i calciatori si sono scambiati. Un momento di follia è stata la miccia che ha fatto deflagrare la bomba di azione e reazioni, accuse incrociate, voglia di lavare lì, in campo, muso a muso, le offese ricevute.

Qualcosa del tipo "dimmelo in faccia se hai coraggio" mentre quello che hai di fronte digrigna i denti ed è pronto a mollarti una sberla. Nello stadio Belle Vue di Rhyl è successo più o meno questo… e anche di peggio. Eppure fino al 73° del match nulla aveva lasciato presagire un epilogo del genere, un'evoluzione così violenta della gara da costringere la federazione gallese ad aprire un'inchiesta su quei fatti così incresciosi.

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L'espulsione del tecnico del Rhyl, Gareth Thomas, per proteste ha alzato il livello della tensione. Il resto è arrivato a catena poco dopo quando il difensore del Bangor, Shaun Lock, ha cercato di perdere tempo e fare ostruzionismo nel tentativo di disturbare la rimessa in gioco degli avversari. Circondato da tre calciatori del Rhyl, ha reagito male e da lì s'è accesa la rissa scandita anche dai provvedimenti disciplinari del direttore di gara. Cartellini rossi a raffica, nessuno è stato risparmiato.

Il Rhyl ha condannato in una nota quanto accaduto. "Il nostro club è profondamente sconvolto e rattristato per gli eventi avvenuti sul campo alla fine della partita contro i nostri amici del Bangor 1876 – si legge nel comunicato -. Vorremmo ringraziare la polizia del Galles del Nord che ci ha aiutati, entrambi i gruppi di tifosi e in particolare i volontari del nostro club che dedicano il loro tempo prezioso per rendere possibile questa e ogni partita casalinga. Ci scusiamo con tutti coloro che hanno vissuto l'incidente, ci occuperemo della cosa con la massima urgenza".

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Alla presa di posizione della società s'è aggiunta anche quella dell'allenatore dello stesso Rhyl: "Certe scene non rappresentano affatto il modo in cui intendiamo il calcio. I giocatori devono assumersi la responsabilità non solo per aver deluso il club ma anche per la brutta figura fatta e la mancanza di rispetto verso tutte le persone che collaborano con la società".

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