
La seconda sconfitta umiliante contro la Norvegia (la prima c'era stato a giugno scorso) ci ha ribadito quello che siamo davvero: una Nazionale che a marzo può ritrovarsi fuori dai Mondiali ancora una volta perché può perdere contro chiunque. E meno male che loro, con la pancia già piena, nel primo tempo hanno scelto solo di giochicchiare: quanti gol avremmo preso se avessero fatto sul serio? Sarebbe stato anche peggio del 4-1. Basta poco e finiamo gambe all'aria, sarebbe lo stesso anche con un avversario che mette un poco di vera "garra" in più rispetto a noi. Tanto che tra quelli che potremmo affrontare nel percorso playoff almeno la metà sono in grado di farci del male. Ed è bene averne consapevolezza mettendo da parte smanie da vittimismo cronico. L'Italia non è sfortunata, perché la fortuna devi meritarla. L'Italia non ha subito alcuna ingiustizia a causa del meccanismo di qualificazioni iniquo per le europee rispetto a sudamericane e africane. E il solo averlo pensato e, addirittura, detto in conferenza ci ha esposto al ridicolo in tutto il mondo. L'Italia è una squadra di medio livello che è due spanne al di sotto degli scandinavi (e molti altri) sia sul piano dell'atletismo sia del talento puro, perché non abbiano più giocatori di livello, sia delle motivazioni.
Quel primo tempo tanto esaltato dal commissario tecnico è stato solo pura illusione contro un avversario che ci ha guardati con la faccia di chi pensa "ma questi veramente fanno?" ed è stato sufficiente un "buuu" e un sbuffo di fiato per ricacciarci, impauriti, in un angolino. E questo sarebbe il tanto auspicato punto di partenza indicato da Gattuso? Prima chiede scusa per la figuraccia poi vede il bicchiere mezzo pieno? Ma dai… Che fine hanno fatto il ringhio, il veleno, il fiuto del pericolo e la retorica dello stringiamoci a coorte e quant'altro fa parte della mistica del motivatore? Ci siamo fatti ridere addosso per il suo sfogo dopo la Moldavia (della quale avremmo dovuto fare polpette e invece, tra andata e ritorno, a stento abbiamo battuto una selezione che è 156ª al mondo) e per le lamentele del ct a margine di uno dei gironi più scarsi d'Europa che annoverava anche Estonia (130ª) e Israele (78ª) col quale abbiamo fatto "pranzo al sacco" per quanto siamo svagati. Un gruppo nel quale abbiamo chiuso secondi solo perché le altre erano davvero poca roba.
L'Italia non è finita nel girone della Norvegia per colpa di una "gelida manina" o perché la sorte ci ha tirato un brutto scherzo: si è ritrovata lì perché nei quarti di Nations League s'è fatta mettere sotto dalla Germania che tremare il mondo non fa. Se avesse prevalso si sarebbe accompagnata a Slovacchia, Irlanda del Nord e Lussemburgo. E siamo così certi che sarebbe stata al sicuro per com'è conciata?
L'Italia non è stata eliminata dalla corsa alla qualificazione diretta perché ha compromesso tutto col 3-0 incassato sei mesi fa, quando in panchina c'era ancora Spalletti. No, lo è stata perché quasi ha fatto il solletico a tutte le avversarie che ha affrontato, le stesse che la Norvegia ha preso a pallate mentre noi ci preoccupavano del nulla. Si può davvero definire record di vittorie quello di Gattuso? E contro chi le abbiamo ottenute? Due volte Israele (che ci ha dato 4 gol, quasi 5), due volte l'Estonia, una volta la Moldova. Che ridere.
Gattuso è stato scelto per infondere stimoli, nella sfida dell'orgoglio sono evaporati anche quelli assieme all'opportunità di raccogliere una vittoria preziosa anche in chiave Ranking Fifa (qualora riuscissimo a qualificarci e arrivassimo nel tabellone della Coppa). Si diceva che era riuscito a entrare nella testa e nel cuore dei giocatori rispetto a Spalletti: se così è stato, a giudicare da quel che s'è visto, ne è uscito in fretta. Non puoi dire dopo la partita in Moldavia che sei contento dell'impegno e della prestazione, dei due gol segnati nel recupero contro una squadra che in 2 partite aveva preso 16 gol dalla Norvegia.
E ha ragione Haaland quando ammette candidamente di non conoscere Pio Esposito perché, al di là dell'esaltazione fideistica in tv sul gol fatto dall'interista (anche pregevole, per carità) e delle sue prospettive di crescita, di chi stiamo parlando? Cosa ha vinto a 20 anni? Quante partite ha giocato e gioca da titolare in Serie A? E su quale palcoscenico così prestigioso si è mai esibito finora dando prova costante delle proprie qualità? È sicuramente un ventenne di belle speranze, lui stesso vittima del perverso sistema calcio italiano, che meriterebbe maggiore considerazione e spazio ma al quale adesso ti aggrappi solo perché là davanti (e non solo) sei oggettivamente imbarazzante. Un problema atavico del nostro movimento stravecchio, male in arnese, senza visione e gestito da persone attaccate alla poltrona, che spruzzano addosso un po' di profumo di gioventù e mettono un velo di trucco ma continuano a puzzare di morto.