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Scene di violenza inaudita in Turchia: calciatori aggrediti, tifosi lanciano coltelli e bombe carta

Video e foto shock di quanto accaduto nella partita tra Buraspor e Amedspor: l’incontro di calcio s’è trasformato in un regolamento di conti sullo sfondo di tensioni ultra-nazionalistiche di matrice razzista. Ospiti inseguiti e picchiati dagli stessi calciatori di casa.
A cura di Maurizio De Santis
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La denuncia dell'Ademspor per quanto accaduto nella trasferta e nel match contro il Bursaspor.
La denuncia dell'Ademspor per quanto accaduto nella trasferta e nel match contro il Bursaspor.

Quella tra Bursaspor e Amedspor più che una partita di calcio è stato un regolamento di conti. Sullo sfondo tensioni politiche e ultra-nazionalistiche a sfondo razzista, l'avversione nei confronti del popolo curdo e brutte scene di caccia all'uomo scatenata perfino dai calciatori di casa. Terribile uno dei video circolati in rete: la squadra ospite sta effettuando il riscaldamento quando, improvvisamente, dal tunnel spuntano gli avversari che li rincorrono e li aggrediscono.

Ma l'episodio è solo la punta dell'iceberg di una giornata di violenza che si è chiusa con gli assalti anche nella pancia dello stadio, come si evince dalla denuncia fatta dall'Amdespor che ha mostrato le immagini dei propri tesserati feriti. "Alla fine della partita – si legge in tweet della società -, i nostri giocatori sono stati attaccati fisicamente nei corridoi degli spogliatoi dal supervisore della sicurezza privata del Bursaspor, dal responsabile della sicurezza del club, dal personale del club e dagli agenti di sicurezza".

Dagli spalti piove di tutto, il direttore di gara non sospende la partita.
Dagli spalti piove di tutto, il direttore di gara non sospende la partita.

Il pesante clima intimidatorio è proseguito per tutto il match che il direttore di gara, nonostante tutto, ha lasciato si giocasse e poi continuasse ignorando anche le gravi intemperanze dei tifosi. Aizzati dallo stesso atteggiamento del Buraspor, ogni volta che un giocatore dell'Amedsport si avvicinava alla bandierina del calcio d'angolo oppure il portiere provava a battere una rimessa dal fondo erano presi di mira con lancio di oggetti. Su di loro è piovuto di tutto: bottigliette d'acqua, accendini e altri corpi contundenti, petardi esplosi nelle vicinanze, perfino un coltello è stato ritrovato sull'erba.

Nel corredo accessorio di orrore c'è anche l'immagine dell'arbitro che, mentre un calciatore dell'Amedsport prova a battere un corner, tollera tutto a cominciare dalle provocazioni e dalle minacce dei padroni di casa fino al comportamento dei sostenitori sugli spalti: non sospende l'incontro, anzi con un chiaro gesto della mano invita il giocatore a non perdere tempo e a effettuare il tiro. I compagni di squadra si voltano verso il fischietto per protestare ma sono ignorati.

Altre clip tremende mostrano anche l'assalto ai tifosi ospiti: uno di loro, sotto minaccia, viene costretto ad alzare la sciarpa del Buraspor; un altro ancora, anche se sostenitore della formazione di casa, è circondato e quasi linciato dalla folla impazzita.

Perché tanto odio? L'Amedspor è la società che a sede a Diyarbakır, una delle città turche che annovera la maggiore presenza di curdi tanto da essere definita come la capitale del Kurdistan turco. Il calcio s'intreccia con la condizione socio-politica che attraversa la Turchia da anni: da un lato quella fetta di Stato e di popolazione che chiede l'indipendenza del Kurdistan, un'autonomia regionale, il riconoscimento di diritti politici, civili e culturali per i curdi residenti in Turchia; dall'altro un governo centrale che non lesina repressione nei confronti di quella fetta diPaese nella quale s'annida il PKK, partito dei separatisti curdi considerato organizzazione terroristica.

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