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Scambio Dzeko-Sanchez, cosa è successo davvero tra Inter e Roma

Lo scambio Dzeko-Sanchez ha alimentato l’attenzione sulla trattativa di mercato nata e finita nel giro di pochi giorni, verso la fine della sessione invernale di gennaio. Ecco perché l’operazione si è bloccata nelle parole dell’ad nerazzurro, Marotta: “Si è chiusa prima ancora di essere aperta… gli agenti hanno fatto i conti senza l’oste”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Una trattativa che si è chiusa ancora prima di essere aperta". È così che l'ad dell'Inter, Beppe Marotta, ha definito lo scambio Dzeko-Sanchez che ha animato gli ultimi giorni di mercato della sessione invernale di gennaio. Un'operazione che s'è rivelata la più classica tempesta in un bicchier d'acqua, nata per iniziativa degli agenti che hanno provato ad annodare i fili di un affare saltato perché è stato impossibile trovare l'intesa sui termini economici. L'ostacolo insormontabile è stato essenzialmente uno: i nerazzurri non avrebbero accettato di perfezionare una transazione se non alla pari e a costo zero. La linea tracciata dalla proprietà è stata molto chiara e la situazione contingente – Suning potrebbe cedere parte o addirittura la maggioranza delle quote – non consente movimenti che comportino un aggravio per il bilancio.

La condizione posta dall'Inter per lo scambio alla pari

Perché Marotta definisce "audaci" i procuratori che "hanno fatto i conti senza l'oste"? Hanno provato a tessere la tela contattando prima la Roma e poi sondando la disponibilità dei nerazzurri. "Ok, si può fare", è stata la risposta ma a una condizione imprescindibile: l'arrivo del bosniaco non doveva pesare sui conti e, particolare tutt'altro che trascurabile, serviva trovare un compensazione di 3, 4 milioni alla partenza di Sanchez.

Perché non c'è stata intesa sui termini economici

Perché l'Inter chiedeva questa sorta di conguaglio? Il cileno gode dei benefici del ‘decreto crescita': ovvero un'agevolazione fiscale fino al 50% sul reddito imponibile che ha permesso al club di risparmiare sullo stipendio oneroso (7 milioni al netto, circa 12/13 al lordo). Uno sconto che non poteva essere applicato anche all'ex attaccante del Manchester City che nella Capitale percepisce un ingaggio di 7.5 milioni netti, circa 14 al lordo). Come poteva sbloccarsi l'impasse? Roma e Inter hanno provato a inserire nella trattativa anche i cartellini di alcuni calciatori (Pinamonti e poi Radu) ma questa ipotesi è tramontata subito. C'era un solo modo perché la trattativa avesse esito positivo: il club capitolino doveva versare quell'indennizzo prefigurato dall'Inter fin dai primi incontri.

La valutazione fatta dalla Roma su Sanchez

Dinanzi a una condizione del genere la Roma ha detto no, riflettendo anche sulla convenienza tecnica (non solo economica) dell'operazione. Sanchez non è una prima punta né ha le stesse caratteristiche tattiche di Dzeko. In buona sostanza i giallorossi avrebbero preso un doppione avendo in rosa calciatori come Pedro, Mkhitaryan, El Shaarawy.

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