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Roma, sì al taglio degli stipendi e la squadra aiuta i dipendenti in cassa integrazione

Dopo Juventus (rinuncia dal 30%) e Parma (rinuncia a una mensilità) i giallorossi rappresentano la terza società della Serie A a sancire un’intesa “sindacale” sulla questione della riduzione dei costi (4 mensilità) ma al tempo stesso sono la prima a far sì che nell’accordo sia previsto anche un aiuto per i dipendenti.
A cura di Maurizio De Santis
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Ingaggi tagliati fino al mese di giugno se il campionato non riparte a causa dell'emergenza sanitaria provocata dalla pandemia da Covid-19. Disponibilità a versare somme tali da coprire la differenza tra lo stipendio pieno e la cassa integrazione dei dipendenti di Trigoria. È questo l'accordo che i calciatori della Roma, compreso l'allenatore Paulo Fonseca, hanno raggiunto con la società secondo il piano di riduzione dei costi scaturito dalla necessità di risparmiare risorse a causa dei mancati introiti.

Dalla rinuncia a quattro mensilità (da marzo fino a giugno, ovvero il periodo d'inattività per il blocco totale sia al campionato sia alle Coppe per la diffusione dei contagi da coronavirus) trarrà beneficio l'esercizio di bilancio attuale (in chiusura al 30 giugno). Se la Serie A dovesse ricominciare – molto più di un'ipotesi, a giudicare dalle ultime notizie – giocatori e allenatore potranno recuperare una parte consistente dei guadagni a cui oggi rinunciano: non tutti e subito ma due, al massimo tre mensilità che verranno spalmate sui conti della prossima stagione.

La politica di riduzione dei costi non riguarda solo la rosa. Oltre alla cassa integrazione per i dipendenti, la Roma ha adottato anche un altro provvedimento: taglio di una mensilità anche per tutti i membri dello staff dirigenziale.

I giallorossi, sulla falsariga della Juventus (rinuncia dal 30%) e del Parma (rinuncia a una mensilità), rappresentano la terza società della Serie A a sancire un'intesa "sindacale" in via del tutto autonoma e senza alcuna mediazione da parte dell'ente di categoria (l'Assocalciatori) ma sono al tempo stesso la prima a fare in modo che nell'accordo sia anche previsto un aiuto ai dipendenti che si trovano in difficoltà a causa delle decisioni prese dall'amministrazione capitolina.

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