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Roma rischia di perdere l’Europeo, la Uefa: 16 aprile deadline per il pubblico allo stadio

Venerdì 16 aprile è la data fissata dalla Uefa per ricevere dalla Federazioni associate adeguate garanzie per ospitare il pubblico negli stadi di Euro 2020. La situazione dell’Italia è in bilico a causa della situazione epidemiologica contingente. Il 19 aprile c’è il Comitato Esecutivo continentale: la sensazione è che non concederà ulteriori deroghe, stabilendo quali città mantengono il loro calendario, quali eventualmente vanno sostituite e quali sono le nuove sedi.
A cura di Maurizio De Santis
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Venerdì 16 aprile e non più lunedì 19 aprile. È la data fissata dalla Uefa per ricevere dalla Federazioni associate, che si sono candidate a ospitare a porte aperte i match dell'Europeo, le rassicurazioni necessarie sulla presenza del pubblico allo stadio. La struttura itinerante del torneo, rinviato di un anno a causa della pandemia scoppiata nel 2020, s'è rivelata un'idea affascinante peccato che a inficiarla anche attualmente sia la situazione epidemiologica contingente per la diffusione del Covid. Una condizione differente per Paese e che s'intreccia con le rispettive disposizioni, i protocolli messi in atto dai governi per contrastare la proliferazione dei contagi.

Per Bilbao (in Spagna) il governo basco ha già fatto sapere che i "criteri definiti non sono rivedibili" sulla base delle determinazioni delle autorità sanitarie. Restano ancora in bilico le posizioni di Monaco di Baviera e di Roma. La Federcalcio italiana ha chiesto al governo di fare il possibile: il rischio che l'Italia possa essere tagliata fuori è palpabile e molto alto considerato che proprio lo stadio Olimpico della Capitale è stato designato per la gara inaugurale dell'Europeo. Il Comitato tecnico scientifico ha gelato la Figc: c'è bisogno di più tempo per programmare un'ipotesi di riapertura degli stadi. E prendere una decisione del genere adesso, in un momento molto delicato per il Paese (sia sotto il profilo epidemiologico sia perché provato dalle chiusure), è impossibile.

La posizione della Uefa non sembra lasciare margini ulteriori e fa presagire che il 19 aprile – giorno in cui ci sarà l'Esecutivo a Montreaux – la Federazione continentale non concederà ulteriori deroghe, stabilendo quali città mantengono il loro calendario, quali eventualmente vanno sostituite e quali sono le nuove sedi.

Il quadro al momento è il seguente: Inghilterra (Londra), Scozia (Glasgow), Olanda (Amsterdam), Danimarca (Copenaghen), Romania (Bucarest) e Russia (San Pietroburgo) hanno confermato la loro adesione. Ungheria (Budapest) e Azerbaijan (Baku) si sono aggiunte al novero dell'accoglienza. La Spagna (Bilbao) dopo l'Irlanda (Dublino) è la seconda a tirarsi indietro ma potrebbe scegliere di dirottare altrove (Siviglia) la sede. Italia e Germania restano in bilico.

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