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Robinho si fa intervistare nel carcere dei famosi: “Girano tante bugie su cosa faccio qui dentro”

In un’intervista concessa dal carcere di Tremembé Robinho ha smentito tutte le accuse sul trattamento di favore: “Non ho nessun privilegio, tutti vengono trattati allo stesso modo”
A cura di Ada Cotugno
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Dal 2024 Robinho è detenuto nel penitenziario P2 Dr. José Augusto Cesar Salgado a Tremembé II per uno stupro di gruppo avvenuto a Milano nel 2013, per il quale è stato condannato a nove anni. Vive con tutti gli altri detenuti in quello che viene denominato il "carcere dei famosi" perché accoglie i colpevoli dei reati che hanno destato maggior scalpore in Brasile: non celebrità e politici, ma anche assassini e stupratori che sono stati protagonisti dei casi più agghiaccianti. È una struttura famosa in tutto il mondo che si trova a 150 km da San Paolo e viene gestita in modo diverso rispetto a tutte le altre, ma l'ex calciatore non riceve nessun trattamento di favore.

Il brasiliano ha raccontato come procede la sua vita in un video pubblicato dal Consiglio della Comunità di Taubaté, un'organizzazione no-profit che ha l'obiettivo di supportare la riabilitazione dei detenuti. Ha spiegato come trascorre le sue giornate ma soprattutto ha allontanato tutte le ombre su una detenzione condizionata dalla sua fama e dunque più leggera: lavora come tutti gli altri, gioca a calcio soltanto la domenica e non riceve mai un trattamento diverso solo per la sua grande popolarità in Brasile.

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Come vive Robinho in prigione

La sua routine è uguale a quella di tutti gli altri detenuti e non ha nessun tipo di privilegio. Nell'intervista concessa dal P2 di Tremembé l'ex calciatore ha raccontato come si svolgono le sue giornate spiegando anche la sua condizione all'interno del carcere. È stato accusato di avere un trattamento preferenziale ma ha smentito ogni cosa: "Le difficoltà della prigione sono normali, ma mi sono sempre comportato in modo ragionevole. Tutti vengono trattati allo stesso modo, non vengo trattato diversamente perché sono stato un calciatore. Circolano tante bugie sul fatto che io sia un leader qui dentro, che abbia problemi psicologici ma non ho mai avuto bisogno di farmaci". Poi ha continuato spiegando che non ci sono mai stati litigi con nessuno: "L'obiettivo è rieducare e risocializzare chi ha commesso errori. Sono qui da un anno e mezzo e non ho mai avuto nessun tipo di litigio, nemmeno quando giochiamo a calcio qui".

Robinho ha smentito categoricamente ogni accusa spiegando che ha gli stessi orari di sonno degli altri detenuti e che mangia sempre insieme a loro. Non viene trattato diversamente soltanto perché è un calciatore molto amato in Brasile e ovviamente lavora come fanno tutti all'interno del carcere e si dedica ad altre attività come gruppi di lettura e corsi di elettronica di base: "Non ho mai mangiato cibi diversi, non ho mai ricevuto un trattamento diverso. Durante il mio orario faccio tutto ciò che anche gli altri rieducati possono fare, dal lavoro alla lettura di un libro". Anche gli orari per giocare a calcio sono limitati, dato che può farlo soltanto la domenica quando non ci sono i turni di lavoro. Lo stesso vale per le visite che sono uguali per tutti i detenuti: "Non ho mai avuto alcun tipo di privilegio. Le visite sono il sabato o la domenica. Quando mia moglie non viene da sola, viene con i miei figli".

Perché è il "carcere dei famosi"

Dovrà scontare altri otto anni di pena per lo stupro di gruppo avvenuto a Milano più di dieci anni fa, reato per il quale hanno rifiutato di concedergli la libertà vigilata. Robinho è rinchiuso nel carcere più popolare di tutto il Brasile che dal 2002 ospita soltanto detenuti selezionati: ci sono persone che hanno commesso reati particolarmente efferati e che hanno avuto grande risonanza in Brasile, ma anche politici e celebrità come nel caso di Edinho, il figlio di Pelé giudicato colpevole di riciclaggio di denaro e traffico di droga. All'interno del penitenziario i detenuti possono mangiare nelle proprie celle e hanno anche diritto a prendere il sole, oltre che a usufruire degli spazi messi a disposizione come le aule scolastiche, una chiesa e perfino l'orto.

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