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Rimborsi spese alterati: Pasqua e La Penna tra gli arbitri di Serie A coinvolti nell’indagine

La Procura Federale della Figc ha avviato un’indagine sui rimborsi spese alterati da parte di arbitri di Serie A e B. Le carte, consegnate dall’Associazione Italiana Arbitri alla Procura, hanno fatto scattare la macchina investigativa lo scorso 21 aprile con la sospensione dei direttori di gara coinvolti. Sono emersi due nomi di arbitri illustri e quattro assistenti che ora rischiano la radiazione.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il terremoto che ha coinvolto il mondo arbitrale si allarga a macchia d'olio. Lo scandalo dei rimborsi gonfiati, con l'indagine della Procura Federale della Figc cominciata lo scorso 21 aprile, si arricchisce di nuovi dettagli. Sono infatti emersi i nomi dei direttori di gara coinvolti nell'inchiesta: Fabrizio Pasqua di Tivoli, Federico La Penna di Roma 1 e Ivan Robilotta di Sala Consilina. L'accusa è quella di rimborsi gonfiati per cifre minime con arrotondamenti di scontrini di pranzi, cene e taxi, che solitamente non superano i 250 euro. Nella nota spese non rientra nemmeno l'alloggio che viene pagato direttamente dall'AIA.

Cifre minime quindi, rispetto alla quota fissa che ogni arbitro percepisce come gettone per ogni direzione di gara in Serie A: 3.800 euro lordi oltre al compenso fisso annuale da 90mila euro percepito dagli «internazionali» e di 30mila per tutti gli altri. E così, da un possibile errore che veniva evidenziato all'interno delle ricevute, si è arrivati al sospetto vero e proprio di un'alterazione volontaria degli scontrini. Oltre ai tre arbitri, sono finiti nella rete dell'inchiesta della Procura Federale anche quattro assistenti di Serie A e B. L'indagine ha dunque avuto inizio su iniziativa dell'AIA che dal 21 aprile ha portato tutte le carte alla Procura. Il designatore arbitrale, Nicola Rizzoli, ha avuto poi precise indicazioni di non convocare più gli arbitri sospesi fino a conclusione dell'indagine.

Cosa rischiano gli arbitri coinvolti nell'inchiesta

Il risultato delle indagini portate avanti dalla Procura Federale su iniziativa dell'Associazione Italiana Arbitri, sarà noto a breve. Da stabilire se ci siano state infrazioni disciplinari o violazioni del codice etico. È proprio l'AIA ad uscirne con le ossa rotte in questa vicenda. Infatti l'Associazione gestisce i soldi federale per conto della Figc, distribuendoli poi agli arbitri designati per ogni giornata di campionato. Il tutto è racchiuso all'interno di un bilancio collegato e subordinato a quello della Federazione.

Secondo quanto scrive "Il Tempo", l'arbitro Pasqua avrebbe, nello specifico, chiesto un rimborso spese di 620,82 euro per i biglietti utilizzasti per la gara tra Udinese e Napoli. Dalle indagini sarebbe invece emerso che il costo del viaggio era di 320 euro, praticamente la metà. Addirittura il rimborso per il biglietto aereo di Atalanta-Napoli da 351,98 euro sarebbe risultato proprio inesistente. Il quotidiano romano spiega nei dettagli anche alcune infrazioni emerse dalla nota spese dell'assistente Fiorito. Quest'ultimo avrebbe addirittura ritoccato al pc alcuni scontrini. Inoltre, nella nota spese per Atalanta-Lazio, il biglietto d'andata utilizzato, risultava essere stato usato da un'altra persona e quello del ritorno invece sarebbe risultato addirittura falso.

Gli indagati potrebbero dunque rischiare di essere accusati anche attraverso la giustizia ordinaria una volta chiusa l'indagine. Ma a questo punto dovrebbe essere la Figc a prendere l'iniziativa. Un'ipotesi lontana in questo momento. Ad oggi i 3 indagati più i quattro assistenti, rischiano quasi sicuramente la redazione dall'AIA con il ritiro della tessera. Nessun riscontro al momento da parte del nuovo presidente dell'AIA, Alfredo Trentalange, in carica dopo i 12 anni di Nicchi. L'Associazione in pochi mesi aveva già dovuto fare i conti con un altro scandalo, ovvero quello dei voti "taroccati" in cui è coinvolto anche lo stesso Robilotta, ovvero uno dei tre arbitri accusati nell'indagine attuale sull'alterazione di rimborsi.

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