Rey Manaj e il gesto dell’aquila bicipite verso i serbi, da regolamento rischia una sanzione esemplare

Rey Manaj ha mimato il gesto dell'aquila bicipite dopo aver fatto gol alla Serbia nella partita di qualificazione ai Mondiali 2026. Un risultato pesante per l'Albania per il valore che ha ben oltre l'ambito sportivo. L'arbitro lo ha subito ammonito ma il cartellino giallo è nulla rispetto alla sanzione esemplare che la Fifa potrebbe comminare per censurare quell'esultanza che, da regolamento, è proibita. Se gli va bene, se la cava con una giornata di squalifica e una multa salata. I precedenti e la storia conflittuale tra i due Paesi e le misure che erano state adottate alla luce dei pericoli connessi all'incontro (accesso allo stadio limitato, assenza di tifosi ospiti e i simboli albanesi vietati) rischiano di aggravare la sua posizione. La discriminante è tutta nel metro di valutazione che la commissione intenderà adottare: se ne prenderà nota solo come "condotta antisportiva" allora quella manifestazione plateale di euforia gli costerà poco diverso è se a quel cenno che ha infiammato gli animi (dagli spalti i tifosi balcanici hanno urlato "dobbiamo uccidere l'abanese") verrà attribuita una matrice d'odio o razzista. In questi casi i provvedimenti sono molto più severi, con l'attaccante che sarebbe costretto a non vestire a lungo la maglia della nazionale.
Cosa prevede il regolamento Fifa per comportamenti del genere
Quella esibizione di orgoglio e di identità da parte di Manaj può essere presa in esame dagli organi Fifa prevedendo "almeno una partita o un periodo di tempo adeguato per condotta antisportiva nei confronti di un avversario o di qualsiasi altra persona che non sia un ufficiale di gara". Ma l'articolo 14 del regolamento allarga il ventaglio dell'interpretazione e, al tempo stesso, del castigo da emettere nei confronti del giocatore.

Al punto f) del comma 1 è indicata la punizione di "almeno due partite per aver provocato gli spettatori durante una partita con qualsiasi mezzo". Al punto 4 viene specificato: "Un giocatore o un dirigente che, nel contesto di una partita (anche prima e dopo la partita) o di una competizione, incita pubblicamente altri all'odio o alla violenza, sarà sanzionato con il divieto di partecipare a qualsiasi attività calcistica per non meno di sei mesi e con una multa minima 5 mila franchi svizzeri. Nei casi gravi, oltre alle sanzioni di cui sopra e in particolare se la violazione viene commessa utilizzando i social network e/o i mass media (come stampa, radio o televisione) o avviene il giorno di una partita all'interno o nei pressi di uno stadio, la multa minima sarà di 20 mila franchi svizzeri".
Manaj potrebbe saltare addirittura 10 partite se il suo atteggiamento sarà ritenuto un gesto razzista. L'articolo 15 prende in esame proprio l'ambito del comportamento discriminatorio: "Chiunque offenda la dignità o l'integrità di un Paese, di una persona o di un gruppo di persone attraverso parole o azioni sprezzanti, discriminatorie o denigratorie per motivi di razza, colore della pelle, etnia, nazionalità, origine sociale, sesso, disabilità, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di qualsiasi altra natura, ricchezza, nascita o qualsiasi altro status o qualsiasi altro motivo sarà sanzionato con una sospensione di almeno dieci partite o per un periodo specifico, o con qualsiasi altra misura disciplinare appropriata".

Il precedente di Shaqiri e Xhaka con la Svizzera
Non è la prima volta che la Fifa affronta situazioni del genere, nel 2018 vennero sanzionati i giocatori della nazionale svizzera Shaqiri e Xhaka per quanto accaduto durante la Coppa del Mondo in Russia. Entrambi di origine kosovaro-albanese, hanno festeggiato i loro gol nella vittoria per 2-1 sulla Serbia facendo il gesto dell'aquila bicipite con le mani, così da rivendicare le loro origini.