Radja Nainggolan e i debiti: “Mi vergognavo. Indossavo gli stessi vestiti per 4 giorni di fila”

Radja Nainggolan è conosciuto da tutti per aver avuto una carriera importante nel mondo del calcio, tra le presenze nella nazionale belga e le sue avventure professionistiche che lo hanno portato da giovanissimo in Italia, aprendogli le porte del successo. Piacenza, Cagliari, Roma, Inter, poi ancora Cagliari e SPAL, fino a tornare in patria. Una vita di fama e successo, dorata per i lauti guadagni attraverso i contratti milionari sottoscritti dai calciatori. Eppure per il centrocampista belga non tutto è stato sempre rose e fiori, perché proprio l'approdo da giovanissimo in Italia, a soli 16 anni, fu obbligato per le condizioni di miseria e di povertà in cui era vissuto per tutta la sua adolescenza: "Ho conosciuto solamente difficoltà economiche da giovane. Non c'erano soldi, solo debiti: andato in giro con gli stessi vestiti anche per 4 giorni di seguito. Mi vergognavo parecchio".
Il talento e il carattere fumantino sono andati sempre a braccetto nella carriera di Radja Nainggolan, giocatore dalle qualità innate ma anche di temperamento che spesso ha superato abbondantemente i confini dell'atleta professionista canonico: bevute, sigarette, notti brave e una vita spesso sopra le righe ne hanno delineato un calciatore sempre borderline, in equilibrio tra applausi aperti e critiche feroci. A volte limitandone e frenandone la stessa evoluzione calcistica fino ai più grandi palcoscenici internazionali: un carattere figlio di un passato difficile, di quando prima da bambino e poi da adolescente, ha dovuto fare i conti con la povertà e la cronica mancanza di soldi: "Mio padre ci abbandonò subito, scappando in Indonesia. Ho vissuto con mia mamma, sommersa nei debiti per darci da mangiare e una vita dignitosa".
La dura adolescenza di Nainggolan: "Mi vergognavo, avevo gli stessi abiti per giorni, lavoravo in nero"
A raccontare il lato oscuro della sua vita, è stato lo stesso 37enne belga in uno dei podcast che imperversano su piattaforme e social, ospite di "Take A Seat", un format di interviste curate da Junior Vertongen, content creator e youtuber belga. "Da giovane non ho conosciuto altro che difficoltà economiche. Mio papà fuggì in Indonesia a causa dei debiti che aveva con mia madre che fu sommersa dai problemi, aveva 5 figli… Durante la mia adolescenza, mia madre per ogni possibile spesa extra, doveva chiedere al nostro avvocato se fosse possibile affrontarla. Da bambino, mi vergognavo parecchio: a volte indossavo gli stessi vestiti per quattro giorni di fila perché non avevo altro. A volte lavoravo illegalmente in un bar per guadagnare qualche soldo in più. Non è giusto, ma era necessario per sopravvivere."

Nainggolan e l'arrivo in Italia: "Avevo 16 anni, l'ho fatto solo per pagare i debiti di mamma…"
L'arrivo nel calcio italiano è stato per Nainggolan una esigenza, non una avventura da godersi nel pieno della gioventù: "Sono partito per l'Italia all'età di 16 anni solo per il fatto di poter portare a casa dei soldi per nostra madre. Quella è stata la mia prima missione. Mi ha permesso di guadagnare qualche soldo in più per mia madre, pagandole tutti i debiti fino all'ultimo proprio l'anno prima in cui poi è morta. Con il mio primo contratto a Piacenza, avevo uno stipendio mensile di 1.400 euro e trasferivo dai 500 ai 600 euro a mia madre, e con il resto dovevo arrangiarmi da solo. A quel tempo, vivevo anche in un appartamento con altri giovani calciatori e un allenatore che mi faceva da tutore perché ero minorenne".

Nainggolan e l'esplosione calcistica ed economica: "Se guadagni 1.000 vivi con 1.000 ma se ne guadagni 50 mila…"
Il trasferimento a Cagliari e l'inizio dell'ascesa, anche economica di Nainggolan: "Il mio secondo contratto a Cagliari era di 3.000 al mese, ma non è stato facile" sottolinea ricordando la giovane età in cui ha affrontato tutto. "Entri in uno spogliatoio a 17 anni, con tutti gli altri che sono già affermati, famosi, in Serie A, ti mostrano capi e accessori firmati, stanno bene. Non è facile. Ma nel momento in cui hanno iniziato a parlare di me allora ho capito che dovevo ancor più darmi da fare e ho guadagnato un sacco di soldi, sprecandone altrettanti. Quando ho capito che potevo guadagnare quanto volevo, ho buttato via un sacco di soldi, soprattutto per gli amici. Che ancora oggi sono tali e ora non penso di aver gettato via del tutto i miei soldi. Sono stato un Bad Boy? Non è mai facile gestirsi: se guadagni 1.000, vivi la tua vita spendendo 1.000 euro. Se guadagni 5.000, vivi fino a 5.000. Se ne guadagni 50 mila, si sale sempre…"