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Pinamonti duro sui social, reagisce a critiche e speculazioni: “Responsabile solo di ciò che dico”

In un’intervista l’attaccante del Sassuolo ha rifiutato l’etichetta di bomber “da seconda fascia”, ma sono piovute molte polemiche. Alcune sue frasi sono state interpretate come irriguardose verso giocatori meno fortunati e, forse, più bravi di lui.
A cura di Alessio Pediglieri
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Andrea Pinamonti ha voluto ribadire con forza uno dei concetti che aveva espresso rispondendo alle domande di un giornale della sua terra, il Trentino e che erano apparse per alcuni quasi ‘offensive' nei confronti di altri giocatori. Parole estrapolate da una intervista a 360 gradi e che hanno scatenato la classica valanga di polemiche sui social, dove ha deciso di rispondere a sua volta con una storia che non vuole ammettere repliche.

Da quando ha diciassette anni milita in Serie A, prima con apparizioni sporadiche,  poi con sempre più insistenza fino a ritagliarsi un proprio ruolo e una propria carriera autonoma: Andrea Pinamonti, classe 1999, oggi è al Sassuolo dove ha intrapreso la sua ultima avventura a seguito di Dionisi e di un progetto che ha puntato fortissimo su di lui, richiedendolo in prestito – con obbligo di riscatto – all'Inter dove è cresciuto e si è calcisticamente formato. Nella sua carriera ha vissuto solamente storie da Serie A, di Coppa Italia, d'Europa (in Europa League e in Champions League) oltre che delle tradizionali fila nelle giovanili, senza dimenticare la parallela avventura azzurra, iniziata nell'Under 15 e oggi in Under 21. Tutto bellissimo, meritato sul campo, con doti mostrate in diverse occasioni e uno spirito di sacrificio e di rivalsa che gli ha sempre permesso di trovare realtà pronte a credere in lui tanto da essere stato in quest'ultimo mercato estivo al centro di lunghe trattative.

Andrea Pinamonti con la maglia dell'Inter nel 2017 in cui viene inserito in prima squadra da Luciano Spalletti
Andrea Pinamonti con la maglia dell'Inter nel 2017 in cui viene inserito in prima squadra da Luciano Spalletti

Eppure è bastata una semplice risposta sulla sua carriera a scatenare attorno al 23enne di Cles l'inferno delle critiche. Tutto è accaduto rispondendo ad un giornale della sua terra, il Quotidiano Autonomo del Trentino che gli ha voluto regalare un'intervista a 360 gradi dove si è raccontato da quando sgambettava tra le stradine dei paesini della Val di Non all'approdo all'Inter fino alle esperienze successive a Frosinone, Empoli e oggi Sassuolo: "Un sogno da bambino che si realizza a occhi aperti", ha sottolineato l'attaccante che poi ha ricordato l'anno magico 2021 quando vinse lo scudetto con Conte ed esordì in Champions League.

Ma segnando poco e non riuscendo ad incidere, per i più critici. A tal punto da non meritarsi un posto da titolare e un top team, visto che ha dovuto andare prima ad Empoli e poi al Sassuolo, confermandosi un giocatore di "seconda fascia". E qui, la risposta che ha scatenato le polemiche: "Penso che chi la vede così capisce poco o nulla. Sapete quanti ragazzi fanno il mio stesso percorso ma in Serie A non ci arrivano? Oppure la raggiungono ma tornano subito indietro?" ha detto testualmente Pinamonti. "Credo di essere uno dei pochi giovani passati dalle giovanili alla Serie A senza essere mai stati in B. Io lavoro per dimostrare che valgo questa categoria".

L'anno scorso ad Empoli, nella sua migliore stagione in A: 36 presenze e 13 gol
L'anno scorso ad Empoli, nella sua migliore stagione in A: 36 presenze e 13 gol

Parole che non volevano essere certo offensive o denigratorie, ma che per qualcuno sono suonate cariche di supponenza e arroganza da parte di un ragazzo poco più ventenne nei confronti di coetanei, magari anche più bravi, ma meno fortunati. Un concetto lontanissimo dagli intenti e dal pensiero di Pinamonti sul quale è intervenuto lo stesso Alessio Dionisi in conferenza pre match contro l'Empoli: "Se gioca, evidentemente è perché lo merita. Continui a lavorare, poi è evidente che desidero riesca a finalizzare di più". E il diretto interessato? Guarda avanti come è sempre stato abituato a fare, rispondendo con poche ma precise parole: "Sono responsabile di quello che dico, non di quello che viene interpretato". Il tutto via social, lo stesso canale da dove era scoppiata la bufera che ora dovrà spazzare via in modo definitivo anche sul campo, nel match più difficile e sentito, contro la sua ex squadra: l'Empoli.

La storia su Instagram in risposta a chi ha voluto polemizzare sulle sue parole
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