Philippe Mexes: “Ibrahimovic ci traumatizzava, ho visto ragazzi tremare perché non erano abituati”

Philippe Mexes oggi vive serenamente la sua vita, in modo anche un po' distaccato dal calcio. Ne ha vissute tante, l’ex difensore di Roma e Milan, durante la sua avventura italiana, e ha avuto modo di giocare al fianco di campioni assoluti. Uno di questi è stato Zlatan Ibrahimovic, con il quale il difensore francese ha condiviso lo spogliatoio del Milan per una stagione, quella 2011-2012. E Mexes è rimasto impressionato dal “peso” dello svedese nello spogliatoio, che non tutti riuscivano a sostenere. Il risultato? Un vero e proprio trauma.
Mexes e il trauma di giocare con Ibrahimovic ai tempi del Milan
Impossibile per il classe 1982, ritiratosi nel 2016 dopo la sua esperienza in rossonero, dimenticare la convivenza calcistica con Ibra, sia da avversario che da compagno. Innanzitutto Mexes, nel podcast Kampo, ha inserito l’attuale dirigente rossonero nella lista dei giocatori più forti mai visti in campo, insieme a Messi e Ronaldo. Con lui era sempre battaglia e infatti Philippe ha rivelato: “Lui mi ha traumatizzato”. Tra tutti i centravanti con i quali ha dovuto fare i conti, è quello che lo ha più impressionato: “Ha la mentalità da vincente, da killer, è sicuro di sé. Ho giocato con lui per un anno e poi tante volte contro. È tosto”.

E quando i due sono stati insieme al Milan, tutto è stato più chiaro per Mexes, che ha visto tanti compagni pagare dazio a Ibra: “Non direi egoista, è troppo dire così. È un competitivo, un vincente, uno che trascina la squadra verso l’alto. Ma ti traumatizza! Ha traumatizzato tanta gente, davvero”.
Cosa faceva Ibrahimovic in campo e negli spogliatoi
Ma cosa faceva il centravanti svedese per essere così “duro”? Il francese ha spiegato: “Se non gli dai la palla, o se non gliela dai bene, ti manda a quel paese. L’ho visto farlo con tanti giocatori, anche con gente giovane come El Shaarawy. Li ha traumatizzati. A lui serve il pallone perfetto, il passaggio perfetto. Questo mette molta responsabilità su chi deve servirlo”.
Mexes ha visto tanti ragazzi tremare al suo cospetto, incapaci di reggere la pressione di Ibrahimovic, quasi minaccioso: "I giovani tremavano? Soprattutto loro, tipo El Shaarawy che aveva 17 anni, non erano abituati a essere traumatizzati così, a sentirsi addosso qualcuno che ti dice: ‘Oh, me la dai bene o sono guai, capito?’. Si arrabbiava, metteva pressione, perché era competitivo, voleva vincere ogni partita. Mi ha impressionato perché anche negli allenamenti era la stessa cosa: bisognava vincere sempre. Era un combattente continuo, ogni esercizio era una battaglia di 90 minuti. Non avevi un secondo per respirare o distrarti".