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Perché Pirlo allenatore della Juventus non è paragonabile a Guardiola, Zidane o Mancini

Andrea Pirlo è approdato in prima squadra come allenatore della Juventus senza avere mai allenato prima alcun’altra formazione. Molti paragonano la sua ‘ascesa’ a quella di Guardiola, Zidane, Mancini. Ma questi tecnici hanno fatto tutti almeno una stagione di gavetta. Il ‘Maestro’ rappresenta una totale e inedita eccezione.
A cura di Alessio Pediglieri
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Andrea Pirlo inizia l'avventura sulla panchina della Juventus da perfetto ‘Carneade' tra gli allenatori. L'ex Maestro del centrocampo di Milan, Juve e Nazionale non ha mai avuto in mano alcuna squadra prima dei bianconeri e il suo precedente mandato – durato solamente un paio di settimane – si riferiva all'Under 23 juventina che avrebbe dovuto condurre in Serie C. Poi, l'esonero di Maurizio Sarri e la catapulta che lo ha proiettato in prima squadra con una decisione lampo da parte della società, per opera – si sostiene da chi vive l'ambiente da vicino – diretta da Andrea Agnelli.

Per questo, Andrea Pirlo è stato accostato ad altri ex giocatori che si sono cimentati nel ruolo di tecnici, bruciando le tappe o – per chi ama un pizzico di pepe sulla coda – senza fare la gavetta che molti altri allenatori hanno dovuto sostenere prima di raggiungere livelli importanti. Un esempio, è lo stesso Maurizio Sarri che la lasciato il testimone a Pirlo, arrivato nel calcio che conta con Napoli, Chelsea e Juventus solamente dopo una carriera decennale trascorsa tra le periferie del pallone italiano. Ma Andrea Pirlo, oggi, rappresenta una eccezione nelle eccezioni perché anche se viene accostato ad allenatori come Pep Guardiola, Roberto Mancini o Zinedine Zidane, il ‘Maestro' è alla sua prima assoluta.

Tutti i tecnici citati, chi più chi meno hanno fatto il loro percorso di ‘gavetta', prima di confermarsi allenatori di livello. Pep Guardiola, oggi tra i più quotati sul panorama internazionale e tra i più vincenti con i colori del Barcellona, proprio nel Barça iniziò dalla ‘Cantera'. Era il 2007 e l'ex centrocampista catalano, condusse per una intera stagione i ragazzi azulgrana prima di arrivare in prima squadra. Dove restò per 4 stagioni vincendo tutto, come poi al Bayerm Monaco (tre stagioni) ed oggi al Manchester City (al quarto anno).

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Simile anche il percorso di Zinedine Zidane che nel 2013 debuttò subito come vice allenatore in prima squadra guidata da Carlo Ancelotti, per poi allenare per due stagioni il Real ‘Castilla', i giovani Blancos e approdare in prima squadra solamente nel 2016, quando si trasformò da semplice traghetttore in uno dei tecnici più vincenti di sempre nella storia del Real Madrid.

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Se si resta in Italia, il paragone di molti appassionati porta all'avventura in panchina di Roberto Mancini, attuale ct della Nazionale, che per molti fu baciato dalla fortuna e che, grazie al nome e alla sua fama, bruciò tappe e gavetta. Ma anche Mancini fece un minimo di apprendistato: nel 2000 divenne nella Lazio di Eriksson vice allenatore per un anno prima della tormentata stagione ssuccessiva, nella Fiorentina di Cecchi Gori dove allena senza patentino. Ed è di gavetta anche l'inizio di Simone Inzaghi, altro tecnico giovanissimo e lanciato nel firmamento dalla Lazio. Oggi, il tecnico dei celesti è tra i più interessanti profili, ma molti dimenticano i suoi trascorsi: sei stagioni tra giovanissimi, allievi e primavera laziali, prima di approdare – nel 2016 – stabilmente, in prima squadra

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Anche altri due grandi ex giocatori – scuola Milan – che oggi stanno facendo molto bene malgrado abbiano una carriera in panchina ancora ‘giovane' si sono fatti la classica gavetta, che il ‘Maestro' ha bypassato volando in prima squadra bianconera. Si tratta di Gennaro Gattuso, adesso tecnico del Napoli, ancor prima del Milan. ‘Ringhio' però è partito da lontano anche se molti dimenticano: ha fatto le sue esperienze al Sion, al Palerno, all'Ofi Creta. E poi, Superpippo Inzaghi, che fu anche allenatore del Milan in Serie A nel 2014, e oggi è il massimo artefice del ritorno del Benevento in Serie A. In prima squadra ci arrivò dopo due anni trascorsi tra allievi nazionali e Primavera rossonera.

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