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Perché Guardiola non ha fatto cambi con il Real Madrid: ha un’idea più forte dei mostri in panchina

Pep Guardiola ha chiuso la sfida in semifinale di Champions contro il Real Madrid non effettuando nessuna sostituzione. Non è la prima volta che il Manchester City termina una partita con gli stessi undici che l’avevano iniziata.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Real Madrid-Manchester City è terminata 1-1. La semifinale d'andata di Champions League al Santiago Bernabeu è stata contrassegnata da due grandissimi gol: prima Vinicius e poi De Bruyne. Due staffillate da fuori area che hanno trafitto i rispettivi portieri. Una gara che gli inglesi avevano iniziato al meglio con ben quattro occasioni in pochi minuti e con quattro giocatori diversi: Haaland, Grealish, Gundogan e Rodri. Guardiola ha osservato da vicino la sua squadra ammirandone i movimenti, il posizionamento e la concentrazione. Forse anche per questo al termine dei 90 minuti guardando al tabellino della gara balza all'occhio subito un dettaglio: il Manchester City ha chiuso la partita senza effettuare alcuna sostituzione.

Guardiola ha infatti lasciato in campo gli stessi undici con cui aveva iniziato il match senza cambiare minimamente assetto e uomini. Un'azione di grande coraggio da parte del tecnico spagnolo che mette in evidenza anche un'ottima condizione fisica da parte dei giocatori che hanno retto senza problemi novanta minuti interi. Non è la prima volta che accade, Guardiola già in altre occasioni aveva chiuso la partita senza effettuare cambi spiegandone il motivo con un ragionamento tutto suo, degno del suo personaggio e dell'allenatore che rappresenta. "Pensavo che quelli in campo stessero bene – ha detto dopo la gara col Real – Bernardo e Jack controllavano bene il pallone e ci serviva quello per cercare di tagliare le loro transizioni. Se saltano gli schemi, loro hanno Vinicius, Rodrygo e Valverde e noi no". Ma è una riflessione che ha fatto anche in altre occasione spiegando al meglio la sua decisione di non effettuare sostituzioni.

Il dialogo in campo tra Guardiola e i suoi giocatori.
Il dialogo in campo tra Guardiola e i suoi giocatori.

Il Manchester City aveva in panchina giocatori del calibro di Alvarez, Foden e Mahrez, solo per citarne alcuni. Mostri sacri del calcio contemporaneo che farebbero comodo a qualsiasi altra squadra europea. Eppure Guardiola ha preferito chiudere la partita con gli stessi uomini scelti a inizio gara. In occasione della gara valida per gli ottavi di finale di Champions contro il Lipsia pareggiata 1-1, Guardiola aveva fatto esattamente la stessa mossa motivandola così: "Ho l'opportunità di avere cinque sostituzioni – spiegò – Non significa che devo farle per forza. Ho analizzato il Lipsia con la mia gente e hai bisogno di questo tipo di controllo, perché giocano con sei davanti".

Anche in Premier League contro il Crystal Palace il Manchester City aveva chiuso la partita senza alcuna sostituzione effettuata. “Ho pensato molto a fare dei cambiamenti ma stavano giocando bene – spiegò – I ragazzi avevano la capacità di segnare, penso che stessero giocando bene". Il ragionamento di Guardiola è abbastanza chiaro e forse per noi tutti è scontato che un allenatore possa effettuare obbligatoriamente le sostituzioni: “Di norma ho la possibilità di effettuare cinque cambi – sottolineò Guardiola in un'altra occasione in cui non aveva fatto cambi – Ma io sono il manager e le applico se voglio". Un ragionamento che non fa una piega: "Questo non significa che poiché ho cinque sostituzioni devo fare cinque sostituzioni. Devi essere un manager così bravo da decidere cosa devo fare o no".

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