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Perché Eriksen non può più giocare in Italia ma può farlo in Premier League

Christian Eriksen è un nuovo giocatore del Brentford grazie a quella idoneità sportiva che ha ricevuto in Inghilterra nonostante il defibrillatore sottocutaneo, ma non in Italia.
A cura di Marco Beltrami
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Christian Eriksen è pronto per iniziare una nuova vita calcistica. Il Brentford ha ufficialmente ingaggiato il centrocampista danese ex Inter che ha firmato un contratto fino alla fine della stagione. Per il 29enne si tratta di un ritorno in Premier League dopo le memorabili stagioni con la maglia del Tottenham. Questa volta però per lui le cose sono molto diverse, visto che Eriksen scenderà in campo con un defibrillatore sottocutaneo che interverrà in caso di nuovi problemi cardiaci. Impossibile farne a meno infatti dopo quell'indimenticabile Danimarca-Finlandia del 12 giugno scorso, quando il suo cuore si fermò per quasi un minuto. Ma perché Eriksen ha avuto il via libera a giocare in Inghilterra, quando non può più farlo in Italia?

L'arresto cardiaco che ha colpito Eriksen in occasione del match d'esordio di Euro 2020, ha costretto i medici ad impiantargli un dispositivo ICD, ovvero un defibrillatore cardioverter impiantabile. Si tratta di una sorta di peacemaker che è un vero e proprio "angelo custode" per il calciatore: uno stimolatore cardiaco che interviene in caso di nuovo cortocircuito legato ad una fibrillazione ventricolare. È quanto accaduto per esempio ad un collega di Eriksen Daley Blind, che però una volta ha rischiato anche grosso a causa dello spegnimento improvviso del dispositivo durante un match.

La necessità da parte di Christian Eriksen di ricorrere al defibrillatore sottocutaneo ha di fatto spento le speranze di un possibile ritorno in campo in Italia, con la successiva e fisiologica conclusione della sua avventura con la maglia dell'Inter. Nel Belpaese infatti il calciatore non può giocare con un ICD, in base a quanto stabilito dal Comitato Organizzativo Cardiologico per l'idoneità allo Sport nel 2017 attraverso l'aggiornamento dei Protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico.

In base ai criteri attuali, l'idoneità non può essere garantita a Eriksen, in quanto c'è innanzitutto il rischio traumatico o intrinseco, un elevato impegno cardiovascolare, e movimenti ampi e ripetitivi dell'arto superiore ipsilaterale alla zona d'impianto (per gli ICD transvenosi) data la possibilità di danno degli elettro-cateteri. Tutti casi che, protocollo alla mano, impediscono dunque a Eriksen, sulla base degli eventuali rischi, di potersi dedicare al calcio a livello professionistico in Italia.

Cosa cambia dunque dalla Serie A alla Premier League, dove Eriksen potrà continuare a coltivare la sua passione e giocare a livello professionistico grazie all'accordo con il Brentford? In Inghilterra ogni tipo di valutazione su questo tipo di situazione è individuale. Un cardiologo sportivo che agisce per conto della Football Association, ha valutato le condizioni di salute del centrocampista ex Inter. Si tratta di uno specialista del The FA Cardiac Consensus Panel, un gruppo di cardiologi sportivi esperti che consigliano la FA in merito a questi problemi e forniscono consulenza e competenze di screening sui calciatori che hanno problemi di natura cardiaca.

Importante analizzare la percentuale di rischio che riguarda il giocatore, sempre tenendo presente però che, come dichiarato da un portavoce della FA: "La FA non vieterebbe a qualcuno di giocare sulla base di uno ‘schermo' (ovvero un dispositivo di protezione, ndr) cardiaco". Ogni rischio è per il calciatore stesso, e non per gli altri, quindi la sua è una decisione individuale che prende ovviamente dopo il supporto e i consigli dei medici e del cardiologo. E questi ultimi, che analizzano circa 15oo casi analoghi nel calcio professionistico inglese ogni anno, hanno dato il via libera, mettendo ovviamente anche il calciatore al corrente di possibili rischi che potrebbe correre.

Ecco allora che il Brentford ha ricevuto il via libera per ingaggiarlo, fino al termine della stagione. Un'operazione non semplice stando a quanto dichiarato dal direttore sportivo del club Phil Giles: "Abbiamo discusso per la prima volta della possibilità che Christian si unisse al Brentford quando abbiamo sentito che avrebbe lasciato l'Inter. Naturalmente il processo di acquisto di Christian è stato più lungo della maggior parte dei trasferimenti. Capisco che molte persone avranno domande sul processo. Per rispettare il segreto medico di Christian, non entreremo nei dettagli. I fan del Brentford possono stare certi che abbiamo intrapreso una due diligence significativa per garantire che Christian sia nella migliore forma possibile per tornare al calcio competitivo".

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