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Palermo, il tribunale dichiara il fallimento (della vecchia società)

La famiglia Zamparini ha cercato di evitare fino all’ultimo il fallimento del club, sembra abbia messo sul tavolo 10 milioni di euro, ma l’offerta è stata giudicata bassa dai giudici del tribunale fallimentare di Palermo, che ha anche apposto i sigilli all’apposizione dei sigilli sui beni della società.
A cura di Alessio Morra
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Il Tribunale di Palermo ha dichiarato fallito il Palermo calcio, per intenderci la vecchia società, quella gestita per quasi vent'anni dal presidente Zamparini. La decisione dei giudici del tribunale fallimentare è stata depositata questa mattina. Il Tribunale ha accolto la richiesta della Procura ritenendo improcedibile la domanda di concordato presentata dalla vecchia proprietà del club siciliano. Secondo i giudici "risulta acclarata la sussistenza dello stato di insolvenza tenuto conto delle ingentissime esposizioni debitorie gravanti sulla società". I giudici hanno ordinato al legale che rappresentava la società fallita di depositare in Cancelleria, entro tre giorni, i bilanci, le strutture contabili e l'elenco dei creditori. La sentenza prevede l'apposizione dei sigilli sui beni della società. La nuova società non potrà allenarsi nell'impianto di Boccadifalco, e continuerà a lavorare al ‘Pasqualino' di Carini.

L'offerta della famiglia Zamparini per evitare il fallimento

Il vecchio Palermo è ufficialmente fallito. La famiglia Zamparini ha cercato di evitare la bancarotta, ma non ci è riuscita. La giornata di giovedì è stata frenetica. Il ‘Giornale di Sicilia' ha scritto che sin dall'inizio il tribunale e l'amministratore giudiziario del Palermo hanno espresso molti dubbi sulla proposta presentata da Andrea Zamparini, figlio dell'imprenditore friulano proprietario del club dal 2002 al 2018. L'amministratore giudiziario dell'US Città di Palermo ha fatto capire che i 10 milioni di euro proposti non bastavano per i tanti creditori. E così il collegio presieduto da Gabriella Giammona oggi dopo essersi riunito in Camera di Consiglio ha deciso di dichiarare fallito il Palermo.

Le tappe che hanno portato al fallimento del Palermo

Il Palermo ha vissuto un paio d'annate tremende iniziate con la retrocessione in Serie B e proseguite con grandi problemi societari che hanno portato la squadra in Serie D, ufficialmente con la gestione di Arkus Network di Salvatore Tuttolomondo. Il club è fallito a luglio ed è scomparso dai quadri federali. Le inchieste della Guardia di Finanza hanno fatto emergere irregolarità nella gestione Zamparini, che hanno portato anche in tribunale l'ex patron per un processo per falso in bilancio e false comunicazioni sociali. La discesa è iniziata nel 2017 quando sono partite le indagini della procura sulla gestione dei conti del club, quando è stato scoperto che il marchio del Palermo era stato ceduto a una società riconducibile allo stesso Zamparini, che aveva creato una plusvalenza di circa 40 milioni. Su questo imbroglio si basava la prima istanza di fallimento depositata dalla procura di Palermo nel novembre di due anni fa e respinta nel marzo successivo. Quella sentenza fu oggetto di indagini della procura di Caltanissetta per il sospetto che fosse pilotata. I giudici hanno continuato a indagare e hanno scoperto che Zamparini prendeva soldi dalle casse della società per sottrarlo ai creditori. Il gruppo Arkus ha provato a evitare il fallimento con un piano di risanamento che ‘conteneva un numero impressionante di violazioni della normativa fallimentare'.

Il nuovo Palermo, leader in Serie D

Il Palermo non è riuscito a iscriversi alla Serie B, a causa di problemi societari, e con una società tutta nuova, con Mirri e Di Piazza, è ripartito in estate. I rosanero stanno giocando per la prima volta nella loro storia nel Campionato Nazionale Dilettanti. La squadra guidata da Pergolizzi è inserita nel Gruppo I, che sta dominando. Il Palermo ha vinto tutte le sette partite giocate, e ha sei punti di vantaggio sull'Acireale.

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