Orgoglio Buffon: “In Nazionale torno solo perché lo merito. E non da terzo portiere”

Quanto manca la Nazionale a Gigi Buffon? O, forse, c'è un altro quesito altrettanto importante: quanto manca Gigi Buffon, una figura del suo calibro e della sua esperienza, alla Nazionale? L'Italia di Roberto Mancini si giocherà ancora una volta la partecipazione ai Mondiali partecipando ai playoff. Un incubo senza fine scandito dall'esperienza di Gianpiero Ventura – il commissario tecnico del disastro contro la Svezia e del naufragio di Russia 2018 – e dall'involuzione degli Azzurri che nel girone di qualificazione erano i favoriti perché reduci dalla vittoria degli Europei.
Avevano il primato del gruppo in pugno, lo hanno dilapidato. E rimediare adesso non sarà facile. "Non verranno commessi errori – ha ammesso il portiere del Parma al Corriere della Sera -. La questione vera, più importante, è che si giocherà contro una squadra molto forte, almeno quanto noi. E di conseguenza ci sta anche che l’Italia possa non qualificarsi".
Per avere idea di quanto possa essere insormontabile l'ostacolo da superare basta dare un'occhiata agli avversari sorteggiati lungo il percorso. Il format, cambiato rispetto al passato, prevede due incontri in un mini girone a quattro: il primo avversario da superare è la Macedonia del Nord, il secondo – in caso di vittoria – è uno tra Turchia e Portogallo di Cristiano Ronaldo. Come attraversare un ponte sospeso su un burrone: meglio non guardare in basso, solo in avanti… verso l'altro capo della passerella. La strada per Qatar 2022 passa da lì, non c'è alternativa.

Tra i pali ci sarà Gianluigi Donnarumma che di Buffon è l'erede. Anzi avrebbero potuto giocare assieme anche nella Juventus. L'ex numero uno del Milan ha guadagnato la palma di miglior calciatore del torneo in Inghilterra dopo la notte magica di Wembley. La notte dell'incantesimo azzurro e dell'incredulità di Gigio che para tutto quel che può e, quando è finita, nemmeno s'accorge di aver vinto. "Quello che gli è stato riconosciuto è più che meritato", dice Buffon.
E quando gli chiedono se per lui potrebbe ancora esserci un posto in azzurro la replica spiega bene cosa abbia in animo. "Quello che mi disturba è quando qualcuno mi dice ‘se ti chiamassero come terzo portiere potresti andare al Mondiale'… Sono stato il capitano della Nazionale e so quanto sia importante il gruppo. Ecco perché la prima cosa che dico è che bisogna lasciare un ct capace come Mancini libero di fare le proprie scelte, senza rompimenti di scatole".

Sono 176 le presenze con la Nazionale maggiore di Buffo: dalla prima, esordio assoluto, il 29 ottobre del 1997 contro la Russia nel gelo e nella neve, fino all'ultima a marzo 2018 contro l'Inghilterra (era in panchina). In mezzo c'è tutta la carriera e la vita dell'uomo e del calciatore che ha conosciuto la gloria di Berlino 2006 ma anche l'amarezza della sconfitta (cocente per il 4-0, quella contro la Spagna in finale degli Europei 2012).
Domanda dalle cento pistole: a 43 anni accetterebbe anche solo di esserci come terzo portiere coronando così il sogno di partecipare a un sesto Mondiale? Buffon ha un sussulto d'orgoglio. "Nessuno mi deve fare alcun regalo – ha aggiunto l'ex Azzurro -. Me li faccio da solo, se ci riesco, perché lo sport è meritocrazia. Posso anche pensare che fare il terzo portiere sia troppo penalizzante, per come sto adesso. E per quello che sto dimostrando ancora a Parma".