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Onana osservato speciale da Guardiola e dal City: “Può essere l’uomo più importante, è un regista”

André Onana ha cambiato il modo di giocare dell’Inter e questo tipo di variante tattica è stata analizzata da Ivano Bordon, ex portiere nerazzurro ed ex preparatore della Nazionale; ai microfoni di Fanpage.it.
A cura di Vito Lamorte
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“Per le sue qualità di palleggio e nell’impostazione può essere l’uomo più importante dell’Inter. A volte lui è il regista della squadra”. Così parlò Ivano Bordon, ex portiere dell’Inter e della Nazionale Italiana, che a Fanpage.it in vista della finale di Champions League tra i nerazzurri e il Manchester City ha analizzato l’importanza della figura di André Onana nella partita più importante dell’anno. Lo stesso Pep Guardiola ha nominato l’estremo difensore della Benemata in occasione del Media-Day: "Onana è bravissimo a leggere l'uomo libero, gioca con gli attaccanti e con i terzini alti”.

Il portiere camerunese è diventato in pochi mesi uno dei leader tecnici della squadra nerazzurra dopo un inizio non semplice e si è ritagliato un ruolo da vero e proprio protagonista nella sua prima stagione italiana.

L’ex calciatore dell'Ajax ha permesso all’Inter di migliorare la costruzione del gioco grazie alle sua grande qualità con i piedi e questo lo ha sottolineato anche l’ex preparatore dei portieri della Nazionale Italiana ai tempi di Marcello Lippi: “Lui si è adattato bene al nostro campionato e credo che Inzaghi abbia fatto la staffetta con Handanovic prima di inserirlo stabilmente in squadra per farlo ambientare. È cresciuto anche in sicurezza e può dare tanto. Probabilmente Inzaghi ha capito che facendo giocare lui avrebbe contato anche su un altro giocare perché è molto bravo con i piedi e in alcune situazioni è lui il regista dell’Inter perché legge bene il gioco. Questo il City lo sa, chiaramente, ma può essere una chiave da sfruttare“.

Ivano Bordon ai tempi dell'Inter.
Ivano Bordon ai tempi dell'Inter.

Onana è certamente uno dei punti di forza dell’Inter ma il Manchester City è una squadra molto difficile da affrontare per l’intensità e la qualità che riesce a portare in campo. Bordon individua dove e come l’Inter può rendersi pericolosa: “Se Guardiola e il City proveranno a restare a lungo nella metà campo nerazzurra, l’Inter dovrà essere brava a difendere e provare a ribaltare il campo velocemente con Dumfries e Dimarco per cercare gli spazi che lasciano alle spalle“.

L’ex portiere, che nel 2022 è entrato a far parte della Hall of Fame dell'Inter, ha giocato la finale di Coppa dei Campioni 1971-1972 contro l’Ajax e anche in quel caso i nerazzurri erano considerati sfavoriti: “Sulla carta è così ma l’Inter in una partita secca ha del potenziale e se la può giocare“.

La finale di Rotterdam vide i nerazzurri soccombere contro i lancieri, che erano la squadra più forte in quel periodo: “Era formidabile ed era praticamente l’Olanda, una squadra che aveva incantato l’Europa e con il suo gioco stava facendo scuola. Vinsero tre Coppe dei Campioni di fila e poi la nazionale ai Mondiali del 1974 sarebbe arrivata in finale. Erano davvero forti”.

Quell’anno l'Inter prese parte ad un’altra gara che fa parte della storia nerazzurra e del calcio europeo, ovvero la famosa ‘partita della lattina' col Borussia Monchegladbach, e Bordon la ricorda così: “Fu una situazione molto particolare perché dopo l’annullamento del 7-1 noi vincemmo a Milano 4-2 e poi si giocò a Berlino il ritorno. Io, oltre a parare un rigore, in quella partita feci anche altri interventi importanti perché il Borussia era una squadra molto forte. A quei tempi la Coppa la giocava solo la prima e per questo erano sempre partite durissime. La sera del fattaccio noi avevamo già capito che qualcosa poteva cambiare e il lavoro dell’avvocato Prisco poi fece il resto. In quegli anni le sfide tra Italia e Germania era sempre sentite".

L’Inter quest'anno è tornata a giocare la finale di Champions League a 13 anni di distanza dal trionfo di Madrid ma nessuno qualche mese fa l'avrebbe mai pronosticato e Bordon individua qual è il momento in cui è cambiata la consapevolezza della squadra di Simone Inzaghi: "Direi che nessuno l'avrebbe mai detto, tantomeno all’inizio ma negli ultimi due mesi l’andamento della squadra è cambiato e le gare con Porto e Benfica hanno dato consapevolezza. Il recupero di diversi uomini importanti ha certamente aiutato e ora Inzaghi può giocarsi le sue carte senza avere nulla da perdere".

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