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Napoli, Gattuso arrabbiato con i suoi: “Quando crei tanto, devi buttarla dentro”

Al termine della sfida del San Paolo, il tecnico dei partenopei ha analizzato la sfida e anche polemizzato con la classe arbitrale: “I falli di mano che portano al rigore? Le mani sono indispensabili, altrimenti si vuole un altro sport. Ne stiamo parlando con gli arbitri, ma in due anni non è cambiato nulla”.
A cura di Alberto Pucci
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A margine della sfida del San Paolo, che il suo Napoli ha pareggiato 2-2 con il Milan, Rino Gattuso ha parlato ai microfoni di Sky. Il tecnico ha così analizzato la partita, partendo dal suggestivo incrocio con il suo passato rossonero: "Era la mia prima volta di fronte al Milan, il club che mi ha reso un giocatore, un uomo e ovviamente è stato un momento emozionante – ha spiegato ‘Ringhio' – Come giudico la partita? Io mi devo arrabbiare con i miei giocatori, perché quando creiamo così tanto poi bisogna buttarla dentro e invece facciamo fatica. La squadra si sta impegnando, i ragazzi corrono tanto ma tante volte non facciamo gol con facilità. Il Milan, che di solito crea tanto, oggi ha tirato due volte e ha fatto due gol".

"Sono comunque molto contento – ha aggiunto Gattuso – perché per 2-3 mesi mi avete dato del ‘catenacciaro', perché aspettavo e davo campo agli avversari. È per non regalare. Ora stiamo provando a fare qualcosa di diverso e non siamo perfetti. Ancora rischiamo, ma stiamo migliorando sulla prima pressione". Tra gli argomenti affrontati anche quello legato alle decisioni dell'arbitro. Il rigore su Bonaventura, poi realizzato da Kessie per il pareggio finale, non è andato giù a Gattuso.

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Quel rigore indigesto

"Non fatemi domande sul rigore perché non rispondo. Parliamo della partita che abbiamo giocato. Per giocare a calcio le mani sono importanti. Non posso pensare che un giocatore sistematicamente deve giocare con le mani dietro la schiena, è un altro stop. Quest'anno c'è il record di rigori per falli di mano, bisogna rivedere questa regola. Chi ha giocato a calcio sa che le mani non si possono mettere dietro la schiena. È un discorso di cui si parla 2-3 volte all'anno già da un paio d'anni, eppure non è cambiato nullaSe ci sono margini per tenere Callejon? È una bella domanda ma non dovete farla a me. Dovete sentire il presidente e il direttore sportivo. Loro sanno come la penso, ma c’è anche una politica societaria da rispettare".

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