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Napoli e Bologna le regine del 2025 del calcio italiano ma il sistema continua a scricchiolare

Il 2025 del calcio italiano racconta un sistema che scricchiola: lo Scudetto del Napoli e la favola del Bologna in Coppa Italia accendono l’entusiasmo, mentre la Nazionale fatica e il sistema mostra tutte le sue fragilità tra crisi finanziarie, caos regolamentare in Serie B e Serie C e riforme rimandate.
A cura di Vito Lamorte
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Il 2025 è stato uno degli anni più contraddittori del calcio italiano recente. Da una parte, la bellezza delle storie sportive: lo Scudetto del Napoli, il ritorno alla gloria del Bologna in Coppa Italia, stadi pieni e piazze in festa. Dall’altra, una Nazionale in affanno e un sistema che, lontano dai riflettori della Serie A, ha mostrato tutte le sue fragilità organizzative, economiche e regolamentari.

Un anno capace di esaltare e, allo stesso tempo, di preoccupare.

Napoli campione d'Italia: lo Scudetto della continuità

Il 23 maggio 2025, allo stadio Diego Armando Maradona, il Napoli si prende il suo quarto Scudetto battendo il Cagliari 2-0 e chiudendo una stagione combattutissima, decisa da un solo punto sull’Inter. È il trionfo di Antonio Conte, arrivato per riportare solidità e mentalità vincente dopo l’anno di transizione post-Scudetto 2023.

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Il Napoli non domina, ma resiste, cresce, soffre e colpisce nei momenti giusti. È uno Scudetto di maturità, costruito su una difesa ritrovata e su protagonisti inattesi. Su tutti, Scott McTominay: arrivato tra lo scetticismo generale, diventa l’uomo simbolo della stagione, segna il gol decisivo nell’ultima giornata e chiude l’anno anche da protagonista della Supercoppa Italiana, vinta il 22 dicembre contro il Bologna con un netto 2-0.

Per Napoli è un ritorno all’élite, una conferma che il titolo del 2023 non era stato un episodio isolato ma l’inizio di un ciclo.

Coppa Italia al Bologna, una notte lunga 51 anni

Se il Napoli rappresenta la continuità, il Bologna è la favola. Il 14 maggio 2025, allo Stadio Olimpico, i rossoblù battono il Milan 1-0 nella finale di Coppa Italia grazie al gol di Dan Ndoye e alzano il trofeo per la prima volta dopo 51 anni.

È un successo che va oltre il risultato. Sotto la guida di Vincenzo Italiano, il Bologna costruisce una squadra riconoscibile, coraggiosa, capace di competere senza rinunciare alla propria identità. La Coppa Italia diventa il simbolo di un progetto virtuoso, che riporta il club anche in Europa, in Europa League, dopo oltre vent’anni di assenza dalle competizioni continentali.

In un calcio spesso polarizzato, il trionfo rossoblù è una boccata d’aria fresca.

Nazionale in difficoltà: simbolo di un sistema che fa fatica

Se i club regalano qualche sorriso, la Nazionale continua a vivere un momento complicato. Il 2025 conferma le difficoltà già emerse negli anni precedenti. Nelle qualificazioni al Mondiale 2026, l’Italia alterna buone prestazioni a crolli improvvisi: il filotto di vittorie finale non cancella le pesanti sconfitte contro la Norvegia, che riaccendono i fantasmi delle mancate qualificazioni al 2018 e al 2022.

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Rino Gattuso si trova a gestire una situazione complessa e i play-off sono di nuovo il passaggio obbligato per tornare a giocare una Coppa del Mondo dopo più di dieci anni.

Il dibattito sul ricambio generazionale diventa centrale: l’Italia sembra non riuscire più a produrre campioni in grado di fare la differenza ai massimi livelli. Il problema non è solo il CT, ma un sistema che fatica ad alimentare la Nazionale. L'unico barlume di speranza a livello di nazionali è l'ottimo percorso delle ragazze agli Europei  in Svizzera e le prestazioni confortanti delle selezioni giovanili.

Serie B: crisi finanziarie e incertezze sul futuro

Scendendo di categoria, le crepe diventano voragini. La Serie B del 2025 è stata una delle più turbolente degli ultimi decenni. Club storici hanno vissuto mesi drammatici, tra crisi finanziarie e incertezze sul futuro.

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La Sampdoria, simbolo del calcio italiano anni ’90, ha flirtato a lungo con la retrocessione in Serie C, in una stagione segnata da poche vittorie, tensioni societarie e timori concreti di default. Ancora più grave il caso del Brescia, escluso dal calcio professionistico dopo 114 anni di storia per problemi finanziari irrisolti.

I play-out rinviati, i ricorsi legali e l’ipotesi – surreale – di un campionato a 22 squadre hanno messo in discussione la credibilità stessa della competizione.

Serie C: il caos sistemico e nessuna riforma

Se la Serie B preoccupa, la Serie C allarma. Respinte iscrizioni, controlli COVISOC falliti e società senza basi economiche solide: il campionato continua a essere troppo grande, troppo fragile e troppo esposto.

Una citazione di rilievo la merita la SPAL, altra società storica, non è riuscita a iscriversi alla stagione successiva e ripartita dai dilettanti.

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Oltre 60 club professionistici senza reali prospettive economiche rappresentano una bomba a orologeria. Gli episodi grotteschi non mancano: squadre costrette a presentarsi con sette giocatori, sconfitte umilianti e calendari stravolti da ritiri o club che sono costretti a ridimensionarsi a stagione in corso. Il dibattito sulla riforma dei campionati torna ciclicamente, ma nel 2025 è stato ignorato nuovamente.

Il 2025 del calcio italiano racconta un sistema che scricchiola

Il 2025 del calcio italiano è lo specchio di un paese calcistico diviso. In alto, club che vincono, progettano e sanno ancora emozionare. In basso, un sistema che fatica a reggersi, soffocato da debiti, regole inefficaci e controlli tardivi.

Il talento e la passione non mancano. Ma senza una riforma strutturale profonda, il rischio è che i trionfi di Napoli e Bologna restino eccezioni luminose in un panorama sempre più fragile. E che, prima o poi, anche quelle luci inizino a tremare.

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