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Nainggolan e il coronavirus: “Quando rientro a casa ho paura di contagiare mia moglie Claudia”

Radja Nainggolan si è raccontato al portale olandese HLN: “Esco per fare la spesa, evito luoghi affollati ma la paura resta. Mi ripeto che andrà tutto bene, so che oltre il calcio c’è molto di più nella vita. Le sofferenze, le privazioni e le rinunce mi hanno insegnato a essere ciò che sono: non sono mai stato un bambino prodigio, ho sempre conquistato col sudore ciò che sono e ne vado fiero”
A cura di Alessio Pediglieri
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Tutto nasce dalla morte della giovane nipote, morta di cancro. Una malattia che ha segnato indelebilmente la vita di Radja Nainggolan che ha perso la mamma, giovanissima, per la stessa malattia e che ha visto la moglie Claudia lottare e al momento vincere la personale battaglia contro il tumore. Tutte cicatrici che hanno segnato il ‘Ninja' facendolo diventare ciò che oggi è: un uomo orgoglioso di quanto è riuscito a fare con il duro lavoro, la sofferenza e il sacrificio di chi sa di non essere un "bambino prodigio" ma che oggi è fiero "di essere l'uomo che sono perché ogni giorno penso di fare ciò che mia mamma voleva che io facessi".

Una lunga intervista, a cuore aperto, arriva dalle pagine online del portale sportivo olandese HLN, sulle sofferenze che hanno trasformato un ragazzo in cerca di se stesso in un uomo e un campione formato e maturo dentro e fuori il campo. Oggi Nainggolan ha una sua famiglia, due figlie, una carriera alle spalle di tutto rispetto. Il tutto attraverso rinunce e sacrifici, partendo dalla parte bassa del calcio, arrivando in Italia a soli 18 anni, a Piacenza guadagnando 1.400 euro: "Era una montagna di soldi, li diedi subito tutti alla mia famiglia. Mio padre dopo la morte di mamma ci abbandonò subito lasciandoci un vortice di debiti, scappando in Indonesia. Non mi è mai mancato, non l'ho mai cercato".

Quando torno a casa ho sempre il timore di poter infettare mia moglie. Sto molto attento e mi continuo a ripetere che tutto andrà bene

La vita ha riservato al Ninja sofferenze che ha saputo trasformare in prove da affrontare e superare: "Ho imparato molto dal mio percorso, e so meglio di molti altri che c'è di più nella vita oltre al calcio. Oggi sono più legato alla mia famiglia, alle mie figlie. Sono più presente perché voglio che soffrano il meno possibile e racconto loro di mia mamma perché non l'hanno conosciuta ma desidero che capiscano il valore che rappresenta. E poi c'è Claudia: il tempo ci dirà se il peggio sia passato in modo definitivo, ma lei è forte, sono tornato a Cagliari per darle il massimo affetto possibile anche da parte dei suoi cari  dei suoi amici"

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