Milan, primo in Europa a mandare in gol tre classe ’99: il progetto Maldini-Massara funziona

Il Milan ha vinto ancora nel secondo turno della fase a gironi di Europa League. Dopo il successo sul campo del Celtic della scorsa settimana, la squadra di Pioli si è ripetuta anche a ‘San Siro' schiantando per 3-0 un modesto Sparta Praga. Ben 6 punti e la consapevolezza di essere ormai una macchina da gol perfetta che fa della qualità e del talento dei giovani, la propria arma migliore. Rossoneri unici, tra Champions ed Europa League, a mandare in gol tre classe 1999 differenti in una sola partita.
Tutto frutto di un lavoro perfetto portato avanti in questi ultimi anni da Paolo Maldini e Frederic Massara. A fari spenti hanno operato in modo metodico, portando avanti un mercato mirato, fatto di obiettivi ben precisi per creare una rosa di giocatori che possa far bene subito, ma che possano essere poi valorizzati e venduti in futuro a peso d'oro. Ma riavvolgendo il nastro, è chiaro come il punto chiave del progetto Milan sia stato a gennaio del 2020. Arrivano Ibrahimovic, Kjaer e Saelemaekers e contemporaneamente la dirigenza cede Piatek e Suso. Da qui inizia tutto.
Milan, Maldini-Massara e un progetto giovani vincente
I gol di Brahim Diaz, Rafael Leao e Diogo Dalot, hanno permesso al Milan, non solo di battere lo Sparta Praga, ma di arrivare ad essere davvero consapevole della propria forza. Un uomo d'esperienza per reparto, è stata questa la chiave che ha sbloccato la squadra. Con Donnarumma in porta, che sotto la sapiente guida di Dida come preparatore atletico sembra aver limato anche quei piccoli difetti che doveva ancora correggere, la difesa è sorretta da Kjaer, capace di dare fiducia anche a Romagnoli, sempre più sicuro e deciso, molto più degli anni scorsi.
A centrocampo, con la crescita totale di Calhanoglu, è chiaro come l'ex Bayer sia diventato uno dei leader silenziosi nello spogliatoio nonostante i suoi 26 anni. E in attacco c'è Ibrahimovic che non ha certo bisogno di presentazioni. L'asse centrale, la linea verticale dei rossoneri, guidata dunque da uomini di esperienza. Non è un caso che i rossoneri in estate abbiano provato fino all'ultimo a prendere Bakayoko senza riuscirci, un profilo che avrebbe sicuramente dato ulteriore spinta al reparto. Una rosa che ha come età media 24,9 anni e la consapevolezza di essere arrivata ad un punto di svolta in una stagione, che già da quest'anno, potrebbe riservare grandi sorprese ai rossoneri.