Andrea Agnelli in Italia è rimasto solo nella battaglia condotta dalla Juventus contro le istituzioni calcistiche per rivendicare la possibilità di dare vita a competizioni diverse dalle tradizionali coppe europee. Sia il Milan che l'Inter, che originariamente facevano parte dei 12 club fondatori della fallita Superlega, hanno infatti da tempo abiurato al progetto, riuscendo così ad evitare di incorrere in pesanti sanzioni da parte dell'UEFA.

La mannaia della possibile – per non dire probabile, fatto salvo il successivo ricorso al TAS dei club coinvolti – esclusione dalla Champions League pende dunque soltanto sulla Juventus, cui fanno compagnia in Spagna Real Madrid e Barcellona. Nessun ripensamento possibile da parte delle due società milanesi, anzi la voglia di ribadire senza esitazioni o giri di parole le rispettive posizioni.

"La Superlega, per come era stata concepita, è morta – spiega al ‘Corriere dello Sport' l'AD del Milan, Ivan Gazidis, tornando poi sui motivi che avevano portato a partorire la ‘ribellione' – Tuttavia, i problemi che hanno portato a quel progetto rimangono inalterati. Tutti nel calcio, in particolar modo coloro che sono incaricati di regolamentarlo, devono riflettere seriamente sulle origini dei mali e su cosa si può fare – insieme – per ottenere un calcio migliore e sostenibile. Mi preoccupo quando si parla di vincitori e vinti, Non vedo vincitori. Mi auguro che non ci sia alcuna rottura. Un processo si terrà alla Corte Europea di Giustizia, non sono un avvocato competente, ma il dialogo è sempre la soluzione più valida".

Ancora più deciso, senza se e ma, Steven Zhang nella sua intervista alla ‘Gazzetta dello Sport': "Se la Superlega esiste ancora? Non esistono progetti che non vengano concordati con Fifa e Uefa". Anche per l'Inter dunque nessuna voglia di riaprire un capitolo chiuso per sempre.

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