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Andrea Agnelli: “La Superlega non è stato un colpo di Stato ma un grido disperato d’allarme”

Conferenza congiunta tra il Presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e l’ex ad bianconero Fabio Paratici. Il numero uno bianconero ha parlato subito di Superlega: “Ho provato per anni a cambiare le istituzioni stando nel sistema, invano. Nessun colpo di Stato: è stato solamente un grido di aiuto e di allarme”
A cura di Alessio Pediglieri
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Andrea Agnelli e Fabio Paratici si sono presentati insieme in una conferenza stampa, congiunta, per chiarire le rispettive posizioni e soprattutto le motivazioni che hanno portato al comune accordo di dividere le proprie strade professionali. L'incipit del numero uno bianconero è stato però dedicato alla Superlega, che ha scatenato tantissime problematiche attorno al club: "Da anni ho provato a scardinare certi sistemi dall'interno, invano. Quando abbiamo varato la Superlega non  si è trattato di un colpo di Stato, bensì di un disperato grido di allarme e di aiuto".

Quello dell'Uefa non è certo l'atteggiamento corretto con cui si affrontano questi temi e situazioni: la chiusura e l'intransigenza generale si è conclusa poi con la diretta minaccia nei confronti di tre club

Così è entrato in tackle, Agnelli su un argomento principe, delicatissimo e controverso sul quale si stanno dipanando scenari da alcune settimane di cui non si conoscono ancora i confini: "L'Uefa ha usato verso di noi e chi aveva aderito al progetto che doveva essere varato con l'accordo dell'Uefa stessa, un atteggiamento di chiusura, con arroganza e con modi offensivi"

So che non tutti dentro l'Uefa pensano che noi abbiamo tentato un colpo di Stato. Per quanto mi riguarda il sentimento del dialogo e del confronto è sempre immutato: siamo disponibili, anche sulla scia di altri sport che hanno cambiato il loro modello di riferimento

Sempre sulla nascita della Superlega e sul confronto aspro con l'Uefa, Andrea Agnelli racconta la propria verità: "Tutti i club che avevano aderito avevano un accordo che il torneo dovesse venire approvato dall'Uefa ma la chiusura è stata totale e dura. Poi l'atteggiamento intransigente si è rivolto soprattutto a tre club in particolare. Ma una cosa resta certa: Juventus, Real Madrid e Barcellona sono determinate a raggiungere una completa riforma. Lo vogliamo fare anche negli interessi di coloro che ci hanno confidato il proprio appoggio in tempi non sospetti"

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