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Marco Verratti spiega perché è andato a giocare in Qatar: basta guardare cosa succede in panchina

Marco Verratti è super felice in Qatar: di tornare nel calcio di alto livello non ci pensa neanche lontanamente. Negli ultimi due anni il pescarese si è intascato 60 milioni, altrettanto guadagnerà nei prossimi due. Ma non lo fa per soldi…
A cura di Paolo Fiorenza
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Altro che esiliato dal calcio che conta a soli 30 anni, altro che senza nessuna ambizione, altro che asservito solo al denaro: Marco Verratti è felice come non mai, dopo essersi trasferito due anni fa dal PSG ad un club del Qatar, e spiega i motivi della sua scelta e perché non solo non se n'è pentito, ma la rifarebbe mille volte. Il 32enne pescarese, per provare a far capire come si vive il calcio presso quei lidi, racconta cosa accade in panchina tra i calciatori che non sono schierati titolari dal tecnico: si ride e si scherza.

Marco Verratti in Qatar: 60 milioni negli ultimi due anni, 60 milioni nei prossimi due

Verratti nel 2023 ha lasciato Parigi e ha firmato un ricco contratto con l'Al Arabi: a Doha è andato a guadagnare circa 30 milioni netti all'anno, ovvero il doppio di quanto gli dava il PSG. Un quinto posto in campionato nella prima stagione, un nono nell'ultima, adrenalina zero. L'anno prossimo si sale di livello: Marco ha firmato per l'Al Duhail – altro club della capitale, che però lotta stabilmente per le prime posizioni della Qatar Stars League – un biennale con lo stesso stipendio.

Marco Verratti impegnato con la maglia dell’Al Arabi in un match di coppa
Marco Verratti impegnato con la maglia dell’Al Arabi in un match di coppa

"Qui ho rivisto qualcosa di infantile, la gioia di vincere, come quando si era bambini. La felicità".

"Perché il Qatar? Diciamo che avevo bisogno di una nuova sfida, nuovi stimoli – spiega Verratti alla ‘Gazzetta dello Sport' – Doha la conoscevo già e mi è sempre piaciuta: quando si è aperta la possibilità, beh, ecco la scelta di vita. E ne sono felice. Il campionato è competitivo, l'Al Duhail l'anno scorso è arrivato secondo dopo essere stato a lungo in testa: l'obiettivo è quello di vincere. Una differenza con l'Europa? Che qui se un giocatore sta in panchina non è scontroso e incazzato: qui si sorride lo stesso, la voglia di stare insieme e di giocare va oltre tutto. A Parigi la vittoria era diventata una cosa ormai scontata: qui ho rivisto qualcosa di infantile, la gioia di vincere, come quando si era bambini. La felicità. A Parigi ormai vincere era monotono, ripetitivo".

Verratti non ha la minima intenzione di tornare nel ‘calcio che conta', pur sapendo di aver perso così irrimediabilmente la Nazionale. E anche sul futuro ha le idee chiare, dopo essere diventato comproprietario del Pescara un mese fa, in un'operazione da circa 1,5 milioni: "Cosa farò da grande? Il presidente. Nella mia carriera ho visto un po' di tutto, con Sebastiani credo si formi una coppia complementare: so, avendolo vissuto da dentro in ogni categoria, di cosa ha bisogno un calciatore. Sebastiani è stato forte e incredibile: ha resistito anche a momenti difficili. Ed è lì: per quello sono voluto entrare al 50% con lui nel Pescara, oltre che perché è la squadra che amo. Come gestirla? Io voglio che i nostri calciatori pensino solo a giocare. Perché per il resto c'è tutto. Poi, se andrà, come vorremmo, in Serie A, magari coronerò quel sogno… fare anche solo un minuto in A col Pescara".

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