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Marco Nappi: “La finale contro la Juventus? Fu una partita pilotata, tutti lo sanno”

Dalla notte della ‘foca monaca’ contro il Werder Brema del 3 aprile 1990 alla amara doppia finale di Coppa Uefa ‘scippata’ dalla Juventus del maggio dello stesso anno. Così, Marco Nappi in diretta con il sito viola: “La notte di Avellino fu la mia delusione più grande nel calcio: siamo stati scippati in una finale pilotata lo sanno tutti. Ci diedero la medaglia di consolazione, non so nemmeno più dove sia”
A cura di Alessio Pediglieri
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Marco Nappi e la Fiorentina, un rapporto speciale, un amore particolar che lega l'ex attaccante e il club viola che insieme condivisero momenti importanti sia per il giocatore che per il club gigliato. Tra  il 1989 e il 1991 le loro strade si incrociarono in Serie A, con i gigliati di Bruno Giorgi che vivevano uno dei loro migliori momenti in Italia e in Europa e Nappi che era nel clou della sua crescita a soli 23 anni. Solo due stagioni, condite da 44 presenze e sei gol ma vissute intensamente: "Anche i tifosi più giovani della Fiorentina che non mi hanno mai visto giocare sanno chi sono. Qui ho lasciato il segno, mi hanno sempre apprezzato per ciò che ho dato in campo e fuori".

Nappi a Firenze ha lasciato il segno, soprattutto in una notte europea quando i gigliati giocarono contro il Werder Brema nell'allora Coppa Uefa: il 3 aprile 1990, nella semifinale di andata contro il Werder Brema, partendo dalla propria area di rigore prese il pallone e palleggiando di testa arrivò fino alla linea di centrocampo, dove fu fermato fallosamente da un avversario. Da allora, per tutti, Nappi fu l'amata "foca monaca" soprannome che ancora oggi ricorda con affetto: "Fu istintivo, non si può allenare. Dovevo portare via la palla dalla nostra area di rigore e rimase attaccata al naso"

Poi, i ricordi in diretta chat con l'account instagram dell'account gigliato, soprattutto una partita, amara e mai digerita fino in fondo. La finale di Coppa Uefa ‘scippata' dalla Juventus in una partita che l'ex gigliato non stenta a definire semplicemente ‘pilotata'. Si giocava sul campo neutro di Avellino, il Partenio, che notoriamente era però un feudo bianconero. Un evento a suo modo storico: dopo la sfida d’andata giocata a Torino vinta dalla Juventus per 3-1, la gara di ritorno si disputò ad Avellino a causa della squalifica occorsa al Curi per le intemperanze dei tifosi Viola sia nella semifinale di Perugia col Werder Brema, sia nella finale d'andata a Torino.

Fu una finale del tutto pilotata, non ho problemi a dirlo. Il gol di Casiraghi, in qualsiasi altro stadio, sarebbe stato annullato e invece contro di noi no. E poi tutti sapevano che Avellino era un feudo juventino, giocammo tutte e due le partite in trasferta. Il mio ricordo? Quella di Avellino è stata la giornata più brutta della mia carriera, una autentica delusione: ci diedero la medaglia d’argento che non so nemmeno dove sia

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