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Lukaku messo fuori squadra dal Chelsea: Tuchel lo lascia a casa per il match contro il Liverpool

Romelu Lukaku è stato escluso dai convocati del Chelsea per il big match di oggi pomeriggio contro il Liverpool. L’attaccante belga paga la recente intervista in cui manifestava il suo malessere a Londra e la voglia di tornare all’Inter.
A cura di Paolo Fiorenza
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Pugno duro del Chelsea e di Thomas Tuchel nei confronti di Romelu Lukaku, dopo la sua recente intervista in cui spiegava di non essere contento ai Blues e di sognare il ritorno all'Inter: l'attaccante belga è stato messo fuori squadra per il fondamentale match di oggi pomeriggio contro il Liverpool. Lukaku non è presente nella lista dei convocati e si guarderà la partita in televisione.

Una decisione che era nell'aria nelle ultime ore, dopo che il club londinese aveva accolto con stupore e fastidio – a dire poco – la chiacchierata del belga con Sky, di cui non era assolutamente a conoscenza. Un'intervista concessa da Lukaku all'insaputa anche del suo agente Federico Pastorello, ma pure degli amici: insomma un vero e proprio colpo di testa, realizzato poco più di tre settimane fa, quando era panchinaro fisso nel Chelsea.

Da allora ci sono state la positività al Covid del giocatore, ma anche le due reti segnate nelle recenti partite, di cui l'ultima giocata da titolare. La ruota sembrava essere girata per Lukaku, con posizioni recuperate nelle gerarchie del tecnico, ma l'intervista ormai era stata registrata e messa in programmazione da Sky per fine anno. Latte versato, disastro fatto. Perché il 28enne belga si è messo contro il tecnico e i tifosi del Chelsea, ma non ha neanche recuperato posizioni presso quelli dell'Inter, come forse sperava in vista di un possibile – ma al momento difficilissimo – ritorno in nerazzurro.

Che del resto la vicenda potesse non finire in cavalleria lo si era capito dalle parole di Tuchel poche ore dopo la trasmissione dell'intervista: "Non mi è piaciuto perché porta rumore e non ne abbiamo bisogno, serve un ambiente calmo. Non mi sembra che sia infelice, anzi percepisco il contrario e quindi sono sorpreso. Ne discuteremo sicuramente a porte chiuse. Prendiamoci il tempo per capire cosa succede, ci siederemo a discutere con lui, e lo faremo a porte chiuse".

La discussione evidentemente ha portato alla più drastica delle decisioni: la panchina non è stata ritenuta misura punitiva sufficiente, serviva un segnale più forte. La tribuna – o il salotto di casa – è stata la scelta di Tuchel e del club.

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