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Lotito in Serie A con Salernitana e Lazio: il precedente Uefa che lascia uno spiraglio

La Red Bull è riuscita a dimostrare alla Uefa di non avere una “influenza decisiva” sul Salisburgo, risultando solo come sponsor e ottenendo il via libera per l’ammissione in Champions League del Lipsia. Lotito, con Lazio e Salernitana, potrebbe utilizzare lo stesso stratagemma, ma è un’ipotesi complessa.
A cura di Benedetto Giardina
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Lotito può tenere la Salernitana e la Lazio in Serie A? No, almeno, non per le Norme Organizzative Interne della Figc (Noif). Può però trovare una scappatoia e a fornirgliela è la Uefa. Le norme della Figc e del massimo organismo continentale sulle multiproprietà sono simili, dato che una vieta la «partecipazione» in più società e l’altra pone il divieto «detenere o negoziare quote o azioni di qualsiasi altro club che partecipi ad una competizione Uefa per club». Una condizione che Red Bull ha superato rivoluzionando il Cda di uno dei suoi due club partecipanti alla Champions League. Che questa possa essere una strada percorribile per Lazio e Salernitana, però, è quantomeno complicato. Perché né Lotito, né persone a lui riconducibili, dovrebbero risultare proprietari.

I precedenti: le sentenze sfavorevoli a Enic

Il campanello d’allarme sulle multiproprietà scatta nella stagione 1997/98. L'inglese Enic Group, di Joe Lewis e Daniel Levy, detiene all’epoca dei fatti le quote di ben sei società: il Tottenham in Inghilterra, il Vicenza in Italia, i Rangers in Scozia, lo Slavia Praga in Repubblica Ceca, l’Aek Atene in Grecia e il Basilea in Svizzera. Proprio in quella stagione, tre dei suoi sei club prendono parte alla Coppa delle Coppe: Aek Atene e Slavia Praga vengono eliminate ai quarti di finale, il Vicenza arriva fino alla semifinale. Non arriveranno a scontrarsi tra di loro, ma l’ipotesi che ciò possa accadere spinge la Uefa a prendere provvedimenti in vista della stagione 1998/99, in cui Aek e Slavia sono ammesse di diritto alla Coppa Uefa. Il 25 giugno 1998, viene comunicata ai greci la decisione di non ammetterli al torneo, essendo controllati dallo stesso proprietario dei cechi e avendo un coefficiente Uefa più basso. Contestualmente, viene comunicato alla federazione ellenica di individuare un club che possa sostituire l'Aek, il quale si è però rivolto al Tas di Losanna, insieme alla "consorella".

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In prima istanza, la corte svizzera ha reso inefficace la decisione della Uefa per questioni legate alle tempistiche (Aek e Slavia non avrebbero avuto tempo per regolarizzare la loro posizione), ammettendo entrambe le squadre al torneo. Dopodiché, ha respinto il reclamo dei due club, pur dando valore alla risoluzione Uefa solo a partire dalla stagione 2000/01. Enic non si dà per vinta e si rivolge alla Commissione Europea. Anche qui, però, trova una porta chiusa. Come il Tas, che ha sottolineato le minacce all’integrità della competizione, la Commissione respinge il reclamo poiché «l’oggetto della norma contestata è di non distorcere la competizione». Inoltre, «i possibili effetti sulla liberta di azione dei club e degli investitori è inerente all’esistenza stessa di competizioni Uefa credibili e, in ogni caso, ciò non porta ad una limitazione della libertà di azione dei club e degli investitori, che vada oltre quanto necessario per garantire il suo legittimo scopo di proteggere l’incertezza dei risultati e dare al pubblico la giusta percezione dell’integrità delle competizioni Uefa, al fine di assicurarne il corretto funzionamento». Il provvedimento, firmato da Mario Monti, diede il via allo smantellamento del network calcistico di Enic: già nel 2001 vennero cedute le quote dell’Aek, poi toccò ai Rangers, così come a Basilea e Vicenza, fino allo Slavia. Contestualmente, venne incrementata la partecipazione nel Tottenham, del quale oggi detiene l’85,55%.

Red Bull, un modello per Lotito?

Partendo dalle sentenze su Enic, la Uefa ha sgranato gli occhi al termine della stagione 2016/17. In Bundesliga, il neopromosso RB Lipsia chiuse secondo alle spalle del Bayern Monaco, garantendosi l’accesso alla Champions League. Nello stesso anno, in Austria, il campionato venne vinto per la quarta volta consecutiva dal Red Bull Salisburgo, anch’esso qualificato di diritto in Champions League. Entrambe le società, com’è noto, fanno riferimento alla Red Bull GmbH, motivo per cui la Uefa ha avviato un’indagine. Il 26 maggio 2017, i due club sono deferiti alla Camera Aggiudicativa del Club Financial Control Body (Cfcb), con la prospettiva di estromettere il Lipsia dalla massima competizione continentale per via del proprio coefficiente Uefa, inferiore rispetto a quello del Salisburgo. È nel corso del procedimento, però, che il dibattimento vira sul concetto di «influenza decisiva». Per quanto i regolamenti vietino espressamente di «detenere o negoziare quote o azioni di qualsiasi altro club che partecipi ad una competizione Uefa per club», la decisione sull’ammissione di Lipsia e Salisburgo in Champions League viene presa in base al potere decisionale di Red Bull in entrambe le società. E per entrambe arriva il via libera.

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Una decisione basata sul disengagement del Salisburgo da Red Bull, avviato nel 2015. Il 3 marzo di quell’anno, il club austriaco annunciò le dimissioni di Volker Vichtbauer e Walter Bachinger dal consiglio di amministrazione, in cui vennero eletti i nuovi componenti Franz Rauch e Herbert Resch, non appartenenti a Red Bull, a differenza del presidente Rudolf Theierl, rimasto in carica fino al 17 maggio 2017. In questa data, il club ha annunciato la nomina di Harald Lürzer al suo posto, come parte del «processo che abbiamo iniziato nel 2019 con lo scorporo del club dalla società Red Bull, con la quale continuiamo ad avere un’ottima cooperazione di sponsorizzazione», stando a quanto dichiarato dal general business manager del Salisburgo, Stephan Reiter. In sostanza, il Salisburgo ha svuotato il proprio Cda dalla presenza di elementi riconducibili a Red Bull, inoltre ha fornito prove documentali sulla conclusione dell’accordo di cooperazione col Lipsia e sulle modifiche relative alla mancanza di un quorum per le risoluzioni assembleari. Così, Red Bull appare proprio come un mero sponsor (con un contratto modificato rispetto a quanto stipulato in precedenza) e per la Uefa non ci sono problemi ad ammettere sia Salisburgo che Lipsia alle coppe europee. Al punto che, nella stagione 2018/19, si sono affrontate nella fase a gironi di Europa League.

Cosa dicono i regolamenti sulla multiproprietà di Lotito

Norme alla mano, questo stratagemma non potrebbe funzionare per Lazio e Salernitana, almeno stando all’articolo 16 bis delle Noif.

1. Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale.

2. Ai fini di cui al comma 1, un soggetto ha una posizione di controllo di una società o associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali.

3. L’inosservanza del divieto di cui al comma 1 costituisce illecito e comporta su deferimento della Procura Federale, l’applicazione delle sanzioni previste dal Codice di Giustizia Sportiva. L’avvio del procedimento disciplinare comporta la sospensione dei contributi federali, da revocarsi in caso di pronuncia definitiva, favorevole alle società. Permanendo l’inosservanza del divieto di cui al comma 1 alla scadenza del termine, annualmente fissato, per la presentazione della domanda di iscrizione al campionato, le società oggetto di controllo non sono ammesse al Campionato di competenza e decadono dai contributi federali.

4. Non si dà luogo alle sanzioni di cui al comma 3, qualora il controllo derivi da successione mortis causa a titolo universale o particolare, o da altri fatti non riconducibili alla volontà dei soggetti interessati. Qualora sopravvengano, per i suddetti motivi, situazioni tali da determinare in capo al medesimo soggetto situazioni di controllo diretto o indiretto in società della medesima categoria, i soggetti interessati dovranno darne immediata comunicazione alla FIGC e porvi termine entro i 30 giorni successivi.

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In realtà, anche le norme europee vietano (come già visto) le partecipazioni multiple. Però Red Bull è stata in grado di superare l’ostacolo rivoluzionando il Cda del Salisburgo, del quale risulta essere “soltanto” uno sponsor, rispettando tutti i punti dell’articolo 5.1 dei Regolamenti della Uefa Champions League:

Per assicurare l’integrità delle competizioni per club Uefa, si applicano i seguenti criteri:

a. Nessun club partecipante ad una competizione per club Uefa (ad esempio Uefa Champions League e Uefa Europa League) può, sia direttamente che indirettamente:

i. detenere o negoziare quote o azioni di qualsiasi altro club che partecipi ad una competizione Uefa per club;
ii. essere un membro di qualsiasi altro club partecipante alle competizioni per club Uefa;
iii. essere coinvolto a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club partecipante ad una competizione per club Uefa; o
iv. avere qualsiasi potere nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club partecipante ad una competizione per club Uefa.

b. Nessuno può essere coinvolto contemporaneamente, direttamente o indirettamente, a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di più di un club partecipante ad una competizione per club Uefa.

c. Nessuna persona fisica o giuridica può avere controllo o influenza su più di un club partecipante a competizioni per club Uefa, essendo tale controllo o influenza definita in questo contesto come:

i. detenere la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti;
ii. avere il diritto di nominare o revocare la maggioranza dei membri dell’organo amministrativo, direttivo o di controllo del club;
iii. essere un azionista e controllare da solo la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti ai sensi di un accordo stipulato con altri azionisti del club; o
iv. essere in grado di esercitare con qualsiasi mezzo un’influenza decisiva nel processo decisionale del club.

Considerando i vari punti in comune tra le norme Figc e quelle della Uefa, cosa potrebbe fare Lotito per mantenere sia Lazio che Salernitana in Serie A? Semplice: quel che ha fatto la Red Bull a Salisburgo. Svuotare il consiglio di amministrazione di una delle due società e nominare soggetti non riconducibili né a lui, né all’altro club, ma soprattutto non risultare nella proprietà. Né lui, né «parenti o affini» entro il quarto grado, come richiesto dalla Federazione. Se dovesse farlo per mantenere la multiproprietà, si aprirebbe un caso per il quale i contenziosi legali sarebbero inevitabili. Dalla sua, però, Lotito avrebbe un precedente a favore. Approvato dalla Uefa.

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