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Lo spettacolo letargico della finale di Supercoppa italiana: sembra si giochi davanti a un pubblico finto

Napoli e Bologna si affrontano a viso aperto ma in un’atmosfera irreale, silenziosa al limite della sonnolenza. Dall’anno prossimo la Supercoppa può tornare in Italia. Magari sarà un po’ più “povera” ma sicuramente più vera.
A cura di Maurizio De Santis
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La finale di Supercoppa italiana tra Napoli e Bologna si è giocata in un'atmosfera silenziosa, irreale al limite della sonnolenza nonostante allo stadio vi fosse anche un buon numero di spettatori. Niente cori all'ingresso delle formazioni, né fumogeni o coreografie sventolando sciarpe e bandiere. Nulla, eccezion fatta per il solito gioco di luci colorate, algido come tutto il contesto "di plastica" che ha accompagnato anche questa edizione "letargica" del trofeo disputato in Arabia Saudita. E ha fatto davvero un effetto strano assistere alle azioni da rete, ai contrasti, alle situazioni di gioco che scaldano il sangue nelle vene sì… ma del pubblico che è a casa, che guarda il match attraverso la tv. Quanto a quello all'interno dell'impianto, c'è poco da dire: sta lì, comodo comodo ad assistere all'incontro con apparente disinteresse. Non lo smuove (nemmeno più di tanto…) la bella conclusione a giro di Neres che verso la fine del primo tempo inventa una traiettoria magica che s'alza, s'abbassa e gira accarezzando la mano di Ravaglia, fino a depositarsi in porta. E puoi sentire anche il rumore della sfera che strofina la rete.

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Già, perché non c'è alcun boato (diciamo così) che non sia quello della panchina partenopea o l'urlo dei calciatori che esultano e s'abbracciano. Le telecamere inquadrano qualche tifoso del Napoli in trasferta ma è niente rispetto all'eco che abitualmente anima il diorama di momenti del genere. In campo le squadre di Conte e Italiano si sono affrontate a viso aperto ma la sensazione che se n'è tratta, alla luce dell'ambiente circostante, è che si stesse disputando la più classica delle amichevoli settimanali. E fa niente che le porzioni di spalti vuoti sono state coperte da enormi teloni, così da omettere lo spettacolo poco edificante dei sediolini non occupati, è il male minore messo in conto. Lo si sapeva già ma le ragioni economiche hanno avuto un peso maggiore sul piatto della bilancia: la passione dei tifosi non vale tanto quanto i ricchi montepremi contrattati.

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Cosa accadrà l'anno prossimo? Il presidente della Lega Serie A, Simonelli, s'è sbilanciato lasciando intendere che c'è un margine ampio affinché la prossima edizione della Supercoppa si disputi di nuovo in Italia e – udite, udite – tornando alla vecchia formula. "La sinergia con il mondo arabo è andata bene fino a qui – le parole del dirigente a Mediaset -, sono quattro anni che facciamo la Supercoppa in questo luogo. L'anno prossimo non verrà giocata qui. Forse dall'edizione ventura si tornerà al format precedente. La vincitrice del campionato contro la vincitrice della coppa Italia". Magari sarà un po' più "povera" ma sicuramente più vera.

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