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L’ideatore della Supercoppa Italiana sulla Final Four in Arabia Saudita: non doveva diventare così

La Supercoppa Italiana vola in Arabia Saudita per la prima edizione della Final Four: a Fanpage.it Enzo D’Orsi, giornalista che diede l’idea del nuovo trofeo alla fine degli anni ’80, analizza il modo in cui è stata portata avanti e valorizzata la competizione dalla sua nascita ad oggi.
A cura di Vito Lamorte
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“Si è perso un po’ lo spirito dell’idea iniziale”. Così Enzo D'Orsi ha voluto esprimersi a Fanpage.it sulla scelta di andare a giocare la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita. Il giornalista classe 1953 è l'uomo che diede l'idea di questo nuovo trofeo alla fine degli anni '80. Lui non se ne prende il merito, dall'alto della sua umiltà e della sua discrezione, ma in occasione di una cena di fine 1988 propose a Paolo Mantovani, al tempo presidente della Sampdoria, di organizzare una nuova competizione prendendo spunto dall'allora Charity Shield, ora FA Community Shield (la Supercoppa inglese, per capirci).

D'Orsi, che ha seguito quattro Mondiali, cinque Europei e migliaia di partite di tutte le competizioni, dai dilettanti alla Champions League, lavorando per il Corriere dello Sport, Paese Sera, Leggo e collaborando con L'Equipe e France Football; racconta così quella situazione: "Io non ho inventato assolutamente nulla, perché si inventa quello che non c’è. Io ho solo posto il quesito, in un’occasione di una cena dove erano presenti alcuni dirigenti del calcio italiano, perché dappertutto facevano la Supercoppa come gara di inizio di stagione e da noi non c'era. Sarebbe stato un modo simpatico per ripartire dai vincitori degli ultimi due trofei, la coppa nazionale e il campionato. Tutto qui”.

Enzo D'Orsi, giornalista che diede l'idea della Supercoppa Italiana.
Enzo D'Orsi, giornalista che diede l'idea della Supercoppa Italiana.

Qualche settimana dopo l'idea venne sottoposta all'allora presidente della Lega Nazionale Professionisti, Luciano Nizzola, e il progetto prese forma: “Era appena entrato Berlusconi nella competizione sportiva e aveva fame di competizioni, di partite e di trofei da mettere in palio. La cosa fu accolta con più attenzione per questo motivo. Mantovani portò in Consiglio di Lega questa proposta che il presiedente Nizzola approvò immediatamente. Non c’erano le date disponibili subito e così la prima edizione venne disputata nel giugno successivo, con il Milan che vinse sulla Sampdoria per 3-1. Da quel momento è continuata ma non è mai entrata nell’uso e costume degli italiani, un po’ perché non si fa quasi mai ad inizio stagione, un po’ perché si gioca lontano e un po’ perché noi non siamo bravi a valorizzare le cose che facciamo”.

Negli anni la Supercoppa è cambiata tanto e da un incontro nello stadio della vincente dello Scudetto si è passati a viaggi all'estero fino all'introduzione della nuova formula della Final Four: “La Supercoppa va giocata ad agosto, nello stadio della capitale, quale che siano le due squadre e andrebbe valorizzato e venduta come prodotto a se stante, un po’ come si fa per le partite della FA Cup: hanno un fascino tutto loro che le rende molto più interessanti di uno Juve-Sassuolo qualsiasi. Ci sono paesi in cui si attende la data della Supercoppa perché apre la nuova stagione e permette di vedere in che modo le squadre migliori dell'anno precedente si apprestano ad affrontare il nuovo anno mentre noi non siamo mai stati bravi a valorizzarla".

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La Supercoppa si sposterà in Arabia Saudita per diverse edizioni soprattutto per motivazioni economiche e questa scelta ha generato diversi malumori, soprattuto per per il modo in cui vengono trattati i diritti umani e le politiche sociali nel paese asiatico, ma D'Orsi si è soffermato su un aspetto più sportivo che riguarda le squadre e la salute dei calciatori: "Sono pochi soldi ma, senza addentrarmi in dinamiche economiche, per me questa scelta costa dal punto di vista del rendimento delle squadre. Il problema più grosso del calcio, e di tutti gli sport in generale, è il recupero delle energie e volando da un posto ad un altro in pochi giorni il rendimento non può che risentirne. Purtroppo, come capita spesso, si parlerà un po' di questa scelta, poi ci saranno le partite e tutto si ridurrà ad un episodio o ad una situazione controversa fino al giorno successivo, quando tutto verrà dimenticato e nessuno ricorderà nulla”.

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