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L’empatia della Cremonese per Radu, il messaggio è una lezione per tutti: famiglia, società, gruppo

Radu e la Cremonese ripartono da lì, da quelle frasi che sono una carezza sul cuore dopo quanto accaduto: “Capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro”.
A cura di Maurizio De Santis
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La disperazione di Radu dopo aver commesso l'errore che ha pesato sulla sconfitta della Cremonese a Firenze.
La disperazione di Radu dopo aver commesso l'errore che ha pesato sulla sconfitta della Cremonese a Firenze.

Empatia. È il termine che la Cremonese ha condiviso sui social network per esprimere solidarietà, incoraggiamento, compattezza di gruppo. E cita la definizione che dà la Treccani della parola per dare maggiore forza ai post pubblicati sui social network: "Capacità di porsi nella situazione di un'altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell'altro".

Qualcosa che va oltre l'adagio spesso utilizzato nel calcio sull'importanza di essere una squadra. Si vince e si perde insieme, anche quando l'errore del singolo rischia di mandare tutto a carte e quarantotto.

È successo a Ionut Radu e ai grigiorossi che a Firenze sono usciti a capo chino dal campo a causa di un'incertezza del portiere. Un esordio in Serie A per i lombardi beffardo e amarissimo per il modo in cui è maturato il risultato (3-2) nonostante una grande prestazione. All'estremo difensore, invece, è sembrato di vivere un incubo a occhi aperti, l'ennesimo a distanza di qualche mese dopo la topica incredibile che condannò l'Inter a Bologna e fece da zavorra nella corsa scudetto.

Finito nel mirino della critica, bersagliato da chi ancora non gli ha perdonato quello svirgolata che al Dall'Ara pesò come un macigno sulle ambizioni dei nerazzurri, l'estremo difensore in prestito alla Cremonese era distrutto. Dire che aveva il morale sotto i tacchi è anche poco. Sentiva di averlo calpestato. Era a terra, disfatto. E quando si è rialzato aveva la maglia calcata sul viso. Peggio di così come poteva sentirsi?

"Ogni giocatore della Cremonese come tale fa parte di una famiglia, di una società, di un gruppo – ha scritto il club grigiorosso a corredo della foto che immortala la squadra nella prima al Franchi -. Ogni applauso e ogni critica nei confronti di un singolo sono rivolti sempre a tutta la squadra. Perché tale siamo, uniti sia in campo che fuori dal campo, nella gioia e soprattutto nelle difficoltà. L’abbiamo scritto dopo la gara: abbiamo perso da squadra, vinceremo da squadra".

Radu e la Cremonese ripartono da lì, da quelle frasi che sono una carezza sul cuore dopo quanto accaduto. La sequenza videoclip è tremenda, nella testa del portiere quel ricordo è martellante… lo vede davanti agli occhi: su traversone, nel tentativo di bloccare un pallone in presa alta, è finito in porta con tutto il pallone. Che sfortuna davvero.

L'allenatore, Massimiliano Alvini, gli aveva già fatto da scudo nell'immediato dopo gara: "Era giù, gli ho detto di alzare la testa – la posizione espressa dal tecnico -. Per me quell'errore non esiste, è stato già dimenticato. Sono molto contento della sua prestazione, deve guardare avanti per migliorare ogni giorno in allenamento. È un grande portiere, gli è stata data un'etichetta che non merita".

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