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Le nuove regole sulle plusvalenze incrociate nel calciomercato: ora sono valide anche in Italia

La Figc recepisce le modifiche delle norme per le licenze UEFA: per gli scambi tra calciatori vanno adottati i principi internazionali, novità anche sugli ammortamenti.
A cura di Benedetto Giardina
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La UEFA prova a dare il via alla stretta sulle plusvalenze incrociate. La Figc ha recepito le nuove modifiche regolamentari nel Manuale Licenze UEFA, valido per la partecipazione alle competizioni continentali a partire dalla prossima stagione. E tra le novità, ce n'è una riguardante gli scambi di calciatori tra due club. Ai fini dell'ottenimento della licenza, infatti, andranno applicati i principi contabili internazionali (IAS 38, pp. 45-47).

Non una novità assoluta: lo IAS è il principio adottato dalla Juventus in quanto club quotato in Borsa. Ma proprio perché quotato in Borsa, è soggetto all'attività di vigilanza della Consob, che ha formulato rilievi sui bilanci dei bianconeri anche riguardo all'adozione dello IAS 38 sulle cosiddette «operazioni incrociate». Quelle in cui la Juventus ha acquisito calciatori da altri club a cui, a sua volta, aveva ceduto propri giocatori. Per la Consob, si è trattato di operazioni che non rispettano il principio IAS 38, paragrafo 45.

La Juventus, che ritiene di aver agito seguendo le norme, non condivide questi rilievi. Ma a prescindere da questo, le nuove normative UEFA segnano una strada netta su come contabilizzare gli scambi. Anche per chi non è quotato in Borsa.

Cosa cambia con le norme UEFA per gli scambi di calciomercato?

Nel nuovo Manuale Licenze UEFA, che sarà sottoposto alla ratifica del Consiglio Federale nella prima riunione utile, viene aggiunto un paragrafo relativo alle operazioni di scambio di calciatori in cui viene specificato come va inteso questo tipo di operazioni al momento di contabilizzarne gli effetti a bilancio. Se i trasferimenti vanno considerati come scambi veri e propri, allora «devono essere applicati i principi contabili internazionali per lo scambio di attività (ovvero l'International Accounting Standard 38, paragrafi 45-47)», cioè quelli relativi alle permute e al valore equo (fair value) da assegnare agli scambi. Finora, non era così per tutti. Lo era per i club quotati in Borsa, ma non per le altre società di Serie A, che infatti potevano seguire i principi contabili nazionali OIC. Da quest'anno, invece, devono adeguarsi al principio internazionale, per ottenere la licenza UEFA.

Questo ha un effetto diretto sui bilanci: quando si calcola il profitto di queste cessioni, «il ricavo non può superare il valore netto contabile del costo di acquisizione del calciatore nel bilancio del richiedente la licenza, rettificato per tenere conto dell’eventuale esborso netto pagato nel contesto dell’operazione di scambio». Stessa cosa per i costi dei calciatori in entrata. In sostanza, se due club si scambiano due o più calciatori, i valori da mettere a bilancio devono attenersi al valore contabile dei loro cartellini e non a quello determinato dalle due società in sede di trattativa.

Ma come si può distinguere un'operazione di scambio di calciatori da due operazioni separate tra gli stessi club? Quando negli accordi tra le società vengono incluse determinate condizioni: che i due calciatori siano ricompresi nello stesso contratto di trasferimento, oppure inclusi in diversi contratti tra loro collegati; che le operazioni si concludono nella stessa finestra di mercato, non comportano esborsi monetari (o solo in misura limitata) o comportano obblighi di pagamento o scadenze uguali o simili tra i calciatori in entrata e in uscita, che potrebbero compensarsi a vicenda.

Acquisti record e contratti pluriennali: la norma UEFA sugli ammortamenti

Non è la sola novità inclusa nella nuova edizione del UEFA Club Licensing and Financial Sustainability Regulations. Per ottenere la licenza, infatti, cambierà anche il calcolo delle quote di ammortamento. Viene infatti inserito un limite quinquennale, per evitare casi come quelli visti negli ultimi mesi col Chelsea, che ha messo sotto contratto calciatori anche per 8 anni, conducendo campagne acquisti faraoniche da quando il club è di proprietà del consorzio guidato dall'imprenditore statunitense Todd Boehly. Basti vedere quanto speso per Enzo Fernandez, Mykhaylo Mudryk e, la scorsa estate, per Moises Caicedo dal Brighton, diventato l'acquisto più caro nella storia del calcio inglese.

Siglando contratti di otto anni, il costo dei cartellini viene spalmato su un lasso di tempo più lungo di quello consueto, rendendo meno oneroso l'ammortamento annuo. Per partecipare alle coppe europee a partire dalla prossima stagione, però, «le quote di ammortamento devono essere calcolate in misura sistematica in relazione alla durata del contratto originario del calciatore professionista, fino ad un massimo di 5 anni».

Il calcolo parte dall'anno in cui avviene il tesseramento del calciatore. Così, il cartellino di Moises Caicedo acquistato per 133 milioni e sotto contratto fino al 2031, non peserà più 16,6 milioni annui (ovvero il costo diviso gli otto anni di contratto), ma 26,6 milioni, limitando le quote di ammortamento a soli cinque anni. E per rientrare nei paletti posti dai nuovi regolamenti sulla sostenibilità finanziaria della UEFA, bisognerà tenerne conto.

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