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Lazio, crollo verticale: terza sconfitta consecutiva, crisi aperta e addio sogni scudetto

La Lazio crolla in casa contro il Sassuolo e incassa la terza sconfitta consecutiva in campionato, la quarta su sei gare disputate dopo la pausa forzata. Gli uomini di Simone Inzaghi sono protagonisti di una crisi nerissima, anche a livello fisico e rischiano di dire definitivamente addio ai sogni scudetto.
A cura di Marco Beltrami
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Che fine ha fatto la Lazio? Contro il Sassuolo, la squadra di Simone Inzaghi ha incassato la terza sconfitta consecutiva. Una metamorfosi negativa impressionante per la formazione capitolina che sembra una lontana parente di quella prima della sosta forzata per il lockdown, capace di mettere i brividi alla Juventus. Una Juventus che stasera, vincendo contro l'Atalanta, potrebbe salire a più 10 sulla Lazio e far scorrere i titoli di coda sul campionato di Serie A.

La Lazio non c'è più. La squadra di Inzaghi è affondata all'Olimpico contro il Sassuolo. Il vantaggio illusorio di Luis Alberto è servito a poco dopo il pareggio del baby Raspadori, e il gol dell'1-2 in extremis di Ciccio Caputo. Terza sconfitta di fila per i capitolini, dopo quelle contro Milan e Lecce, la quarta considerando anche quella contro l'Atalanta nelle sei partite disputate dopo la ripresa. Un crollo verticale che fa sfumare i sogni di scudetto della Lazio che, da un distacco di un punto dalla capolista Juventus è scivolata a meno 7 e rischia in caso di successo dei bianconeri contro l'Atalanta di andare a meno 10. Se dovesse invece vincere la Dea i biancocelesti saluterebbero il secondo posto, lasciando agli uomini di Gasperini il posto di principale antagonista della Vecchia Signora.

Ma cosa c'è dietro il tracollo della Lazio? Cosa è cambiato in casa capitolina? Le parole dei giorni scorsi di Ciro Immobile ("Dopo il lockdown non è più la stessa Lazio") e di Simone Inzaghi che ha fatto riferimento a "difficoltà oggettive" pur recriminando per alcune sviste arbitrali, si sono rivelate veritiere. La squadra che giocava a memoria, capace di collezionare 17 vittorie in 21 partite prima della pausa forzata, ha lasciato il posto ad una compagine visibilmente stanca, incapace di mantenere lo stesso ritmo per 90′. Una situazione che ha minato l'entusiasmo dello spogliatoio, incidendo anche a livello mentale sulla consapevolezza dei propri mezzi. Diversi giocatori non al top e una panchina non "lunghissima" hanno complicato i piani di una formazione che ha perso molte delle sue certezze e ora rischia di vanificare tutto quanto di buono fatto nella prima parte di campionato.

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