Lazio: “Chiesto il 3-0 a tavolino con il Torino. Avevano 13 calciatori, dovevano giocare”

Un'ammenda salata. Sette mesi di inibizione al presidente, Claudio Lotito, e un anno per i medici Pulcini e Rodia. Altro che stangata, la Procura Federale s'è limitata a dare uno scappellotto alla Lazio che era stata deferita per la violazione dei protocolli anti Covid della Figc e nazionale. La penalizzazione tanto temuta non c'è stata e il club adesso reagisce sia impugnando in appello il provvedimento sia dicendosi pronto a chiedere anche la vittoria per 3-0 a tavolino per la mancata disputa della partita di campionato contro il Torino.
I granata, bloccati da un documento ufficiale dell'Asl in seguito a un focolaio di contagi che avevano infettato la rosa, non si presentarono alla sfida contro i capitolini. Quel match rimasto in sospeso ha fatto molto discutere, nemmeno è chiaro quando si potrà recuperare. "Lunedì la Corte d'Appello deciderà – ha ammesso l'avvocato dei biancocelesti, Gianmichele Gentile a Radio Punto nuovo -. Il giudice sportivo ha deciso che fosse necessario ripetere la partita, noi abbiamo fatto reclamo".
La tesi della Lazio è molto semplice: ovvero non ci sarebbe chiarezza nei provvedimenti definiti "contraddittori" da parte dell'Ente territoriale perché la materia su Covid e calcio appare confusa. "Non si capisce chi deve fare cosa. Anche perché il regolamento sportivo dice che una squadra che ha 13 calciatori di cui un portiere ha l'obbligo di presentarsi".
Cosa succederà adesso a Lotito, raggiunto dalla sanzione della Procura, nel doppio ruolo di presidente della Lazio e consigliere federale? "Per sette mesi il consiglio federale avrà un membro in meno. Se il ricorso verrà accettato, tornerà a partecipare". Ultima riflessione dedicata alla sentenza sul caso/caos tamponi. "Vi invito a guardare bene il dispositivo – ha aggiunto Gentile -. Nelle motivazioni ci saranno episodi tra quelli contestati che il tribunale non ha ritenuto illeciti".