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L’atroce dramma di Gabigol all’Inter: “Non parlava più, si ammalò di anemia e sfiorò la depressione”

A raccontare l’inedito retroscena dell’avventura in nerazzurro (2016-2017) dell’attaccante brasiliano, la sorella Dhiovanna: “Una delle fasi peggiori della nostra vita”
A cura di Alessio Pediglieri
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Per Gabriel Barbosa,  in arte Gabigol, la parentesi italiana alla corte dell'Inter – nella parentesi 2016-2017 – fu di quelle da dimenticare in fretta. Per il brasiliano, arrivato sulla scia di una nomea che poi l'ha sopraffatto deludendo le aspettative, fu un vero e proprio tormento costellato da sole 9 apparizioni e un gol, prima di virare sul Portogallo e poi in Brasile dove ha ritrovato gioia e sorrisi. Ma in quella fugace parentesi dove ebbe tutta la critica contro,  per il classe '96 (che allora aveva solamente 20 anni), non ci furono unicamente i problemi sul campo, ma anche un dramma privato e personale che è emerso a distanza di anni.

A raccontare la vera triste storia di Gabriel a Milano è stata la sorella del brasiliano, Dhiovanna Barbosa che ha parlato nel corso di un'intervista concessa ai microfoni di "Rede TV!" tornando sull'esperienza in Italia, tra le più difficili che Gabigol abbia mai dovuto affrontare. L'Inter lo aveva presentato come un nuovo fenomeno, il ‘crack' dal Brasile che tutti attendevano dai tempi di Ronaldo il ‘Fenomeno': un'attesa enorme, per un investimento altrettanto pesante di quasi 30 milioni. Poi il fallimento, che ha rischiato di compromettere l'intera carriera sportiva dell'attaccante verdeoro che oggi, gioca felice nel Flamengo ed è in odore di convocazione per i prossimi Mondiali in Qatar.

L'unica gioia di Gabigol con la maglia dell'Inter: il gol a Bologna nel girone di ritorno
L'unica gioia di Gabigol con la maglia dell'Inter: il gol a Bologna nel girone di ritorno

In quel periodo, per Gabigol si erano spalancate le porte dell'inferno, racconta la sorella Dhiovanna, entrando in particolari fino ad oggi taciuti: "Una delle fasi peggiori della nostra vita, mia dei miei genitori e di Gabriel. In quel periodo si era chiuso, non parlava con nessuno, abbiamo provato di tutto". Sono i mesi in cui il clima a Milano si fa pesante: Gabriel inizia al meglio con debutto contro il Bologna a fine settembre ma è un fuoco di paglia. Viene fagocitato in una stagione negativa del club che oltre a dover gestire il cambio di proprietà da Moratti a Thohir non riesce a rendere in campionato.

De Boer, Pioli, Vecchi: in tre si susseguono sulla panchina interista senza esiti positivi. Il ciclone avvolge tutto e tutti e Gabigol diventa uno ei capri espiatori principali della delusione collettiva: chiuderà con sole 6 presenze e un gol, sempre ai margini delle scelte tattiche degli allenatori, alternando ottime impressioni durante gli allenamenti e una pochezza impressionante durante le partite. Ma dietro, si nasconde anche un altro mondo, che contribuisce a rendere l'avventura milanese un tunnel senza uscita: "Gabi tornava a casa dall'allenamento e andava direttamente nella sua stanza" ricorda ancora la sorella, fino alla confessione privata più shockante: "Ha avuto l'anemia ed è andato in depressione. In quel momento parlava a malapena con tutti,  anche con la sua famiglia".

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