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L’Associazione Italiana Calciatori a un passo dallo sciopero, poi la protesta rientra

L’Associazione Italiana Calciatori ha discusso internamente la possibilità di scioperare nelle giornata dell’8 e del 9 marzo in seguito all’evoluzione della situazione legata all’emergenza Coronavirus. La protesta, delineata in una circolare interna diventata poi di dominio pubblico, è poi rientrata e i giocatori sono regolarmente scesi in campo per le partite di Serie A.
A cura di Alessio Morra
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L'Associazione Italiana Calciatori valuta lo sciopero, ma poi la protesta non si concretizza. L'Associazione guidata da Tommasi è stata a un passo dallo sciopero in mattinata: è circolato un documento interno, che qualcuno ha divulgato, ma poi le misure presenti nel testo non sono state messe in atto. Al momento della diffusione del testo la giornata di Serie A era già regolarmente incominciata con Parma-SPAL e stavano per iniziare Milan-Genoa e Sampdoria-Verona. Il possibile sciopero, poi rientrato, restituisce comunque l'immagine di un movimento spaccato e di un malcontento sempre più diffuso tra i calciatori.

L'AIC nella circolare interna aveva fatto sapere che"nell’intento di tutelare il diritto fondamentale alla salute dei propri associati, anche al fine di garantire la loro incolumità potenzialmente lesa da un pericolo alla propria salute grave ed immediato proclama lo stato di agitazione e indice lo sciopero per le giornate del 08/03/2020 de del 09/03/2020, riservandosi la proclamazione di ogni ulteriore azione collettiva".

I motivi dello sciopero, proclamato dall'AIC

L'Assocalciatori era arrivata allo proclamazione dello sciopero dopo lunghi contatti tra i propri rappresentanti della Serie A, della Serie B e della Lega Pro. E ovviamente aveva deciso di scioperare a causa dell'emergenza Coronavirus:

Come noto, il Paese si trova in una situazione di emergenza sanitaria a causa dell'esplosione epidemiologica del COVID-19 che, da ultimo, ha portato il Governo ad adottare nuove misure di contenimento dell'emergenza, valevoli dal 08/03 al 03/04 e che, nello specifico, prevedono il divieto di ingresso e di uscita dalla Lombardia e dalle Province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria.

La posizione dell'Assocalciatori

Nella circolare interna, resa pubblica, si elencano tanti punti dell'ultimo decreto governativo che limita l'azione e la vita in molte zone del Nord Italia e in particolare della Lombardia. E per questo, considerato anche il divieto per matrimoni e funerali, era stata avanzata la proposta di sciopero tra i calciatori:

Si apprende che le restrizioni non riguardano gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, che vedono coinvolti i nostri associati, in quanto: resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico. In tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Non vi sono ad oggi e anche a causa del brevissimo tempo dall’emanazione delle varie normative, tuttavia, indicazioni circa le misure idonee che consentano il rispetto integrale del diritto alla salute dei lavoratori sportivi, in particolare considerando il carattere necessariamente nazionale del campionati professionistici e la necessità di trasferte organizzate per la celebrazione di ogni partita, e ciò determinandosi uno stato di assoluta incertezza sulla corretta modalità di esercizio dell’attività lavorativo-sportiva.

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