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La telefonata immaginaria di Ferrara a Maradona: “Sei proprio tu? Speravo di sentirti”

Ciro Ferrara, uno degli storici amici di Diego Armando Maradona ha ricordato il Diez sulle pagine del Corriere: “La luce di un’intera città si è velata, tutto è diventato doloroso e scuro. Ci è mancato improvvisamente il sangue caldo nelle vene. Chi ti vuole bene ha pianto tutte le sue lacrime”
A cura di Alessio Pediglieri
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L'addio a Diego Armando Maradona da parte del suo fraterno amico Ciro Ferrara è arrivato anche sulle pagine del Corriere, in una telefonata surreale col Diez cui l'ex difensore di Napoli e Nazionale immagine dover rispondere ad una manciata di giorni dalla scomparsa del Pibe. Parole ovviamente commosse e commoventi e l'abbraccio al D10s che anche sul punto di morte ha saputo dividere un mondo, dopo essere riuscito a ‘dividere un Paese' nella notte del 1990 in Argentina-Italia al San Paolo.

"Sei proprio tu? Speravo in una tua chiamata". Così inizia la telefonata impossibile ma che Ciro Ferrara avrebbe voluto fare per l'ultima volta. Le parole dell'ex difensore, che già aveva ricordato Diego in una accorata diretta su Twitch con Vieri e altri ex colleghi, scorrono come un fiume che senza impeto né rapide si riversa nel mare dei ricordi, dell'amore e dell'affetto che solamente una profonda amicizia avrebbe potuto permettere. "Tu si’ ‘na cosa grande, Diego" dice Ferrara che resta attonito e meravigliato da ciò che la scomparsa del Pibe ha scatenato a livello mondiale: "Che diavolo hai scatenato? Che hai combinato su questa Terra? Ti hanno paragonato ad un dio umano, ma qualcuno ha storto il naso di fronte ad una celebrazione tanto osannante. E come glielo spieghiamo a questi?"

"Gli innamorati vedono sempre l’amato simile ad un dio, c’è fior di letteratura a dimostrarlo". Non c'è spazio per le recriminazioni, per le critiche, l'odio dei detrattori sottolinea Ferrara nell'immaginaria chiacchierata telefonica con Diego sulle pagine del Corriere: "Ti basti sapere che c‘è sempre chi rema controcorrente per il solo gusto di farlo, è una miserabile scorciatoia, per ottenere la visibilità che difficilmente avrebbe".

E' questa la conclusione di una lettera a cuore aperto che si sofferma non solo a celebrare la grandezza dell'amico scomparso, ma rende tributo anche all'uomo, imperfetto, con i suoi difetti e i suoi problemi quotidiani. "Hai commesso troppi errori — dicono i padri del moralismo — e non ti perdonano. Eppure tu lo hai sempre detto, no? Non ti è mai interessato piacere a tutti, figuriamoci diventare modello di perfezione a cui tendere". Ed è quella la ferita che più brucia all'amico Ciro: "C’è chi si danna perché non venga riconosciuto il tuo valore più grande: essere così come sei, un antieroe dai sentimenti nobili e puri, che tutti conquista"

È stato pazzesco, una roba mai vista. Ma a me non pare affatto inspiegabile: perché chi ha potuto ammirarti e conoscere la tua meravigliosa arte di toccare il pallone ti ha amato con intensità.

De da un lato c'è chi condanna, dall'altro un popolo intero si è fermato attonito alla notizia della scomparsa del Diez. E Ferrara si rivolge a questa grandezza da parte di Diego, un'ultima ‘magia' come quelle viste per anni in campo e immortalate per sempre: "La luce di un’intera città si è velata, tutto è diventato doloroso e scuro. Ci è mancato improvvisamente il sangue caldo nelle vene. Non eravamo pronti. No, non lo eravamo. Nessun lockdown avrebbe fermato le centinaia di migliaia di persone che desideravano portarti un fiore o una dedica. Chi ti vuole bene ha pianto tutte le sue lacrime"

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