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La storia da film (senza lieto fine) di Roberto Baggio ai Mondiali di Usa ’94

Roberto Baggio è stato il protagonista principale dell’Italia a Usa ’94. Il Divin Codino ha vissuto un mondiale sull’altalena, passando da un’anonima fase a gironi ai 5 gol segnati tra ottavi e semifinale contro Nigeria, Spagna e Bulgaria. L’epilogo è noto: Baggio calcia alto il rigore che consegna la coppa al Brasile.
A cura di Valerio Albertini
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Il mondiale di Usa '94 sarà per sempre ricordato come uno dei momenti chiave della carriera di Roberto Baggio. Fresco di Pallone d'Oro vinto l'anno prima, il Divin Codino si presenta al pubblico statunitense come la stella più abbagliante, al pari di Diego Armando Maradona. Roby è colui il quale deve far capire agli americani cosa sia il calcio, gioco a loro ancora abbastanza sconosciuto a quei tempi. Il secondo campionato del mondo di Baggio può essere diviso perfettamente a metà: un calciatore ha giocato il girone, un altro è entrato in scena dagli ottavi di finale in poi. E quando il vero Divin Codino ha fatto la sua comparsa negli Stati Uniti l'Italia è risorta con lui. La Nazionale di Arrigo Sacchi, capace di passare il turno solo come una delle migliori terze, dopo aver portato a casa 4 punti con 2 gol segnati tra Irlanda, Norvegia e Messico, batte in fila Nigeria, Spagna e Bulgaria, prima di affrontare il Brasile nella finale di Pasadena. Baggio trascina gli azzurri con 5 gol in tre partite, ma si fa male nel secondo tempo della semifinale. Contro i verdeoro gioca a mezzo servizio e, dopo 120 minuti a reti inviolate, ha il compito ingrato di segnare il rigore che terrebbe in vita le speranze dell'Italia di alzare la coppa. Lo sbaglia, tira alto, come non aveva mai fatto. Il Brasile è campione del mondo e Roby è costretto a convivere con i rimorsi per il resto della sua vita.

L'incolore fase a gironi

Baggio arriva acciaccato al momento dell'esordio ai mondiali, per via di un colpo subito in amichevole contro la Svizzera, ma non ha intenzione di farsi condizionare dal dolore:

Spero di sentirmi meglio quando sarò in campo: mi sono preparato tanto per questa partita, sarebbe crudele non riuscire a dare tutto quello che ho. Come tutti, fin da quando ero bambino, ho sognato di vincere un mondiale.

Il Divin Codino sa di avere il peso dell'intera nazione sulle spalle, perché il campionato del mondo dell'Italia dipende in buona parte dalle sue prestazioni:

Preferivo la situazione di Italia '90, quando non mi conosceva nessuno. L'ideale sarebbe avere l'esperienza che ho adesso con la libertà di allora. Se falliremo si dirà che ha fallito Baggio. Lo so, ma ci sono abituato: non sarebbe la prima volta.

Il 18 giugno gli azzurri esordiscono al Giants Stadium di New York contro l'Irlanda. Arrigo Sacchi torna al 4-4-2 e schiera la coppia Baggio-Signori. I suoi piani, però, vanno in frantumi quando Evani si fa male. Il profeta di Fusignano sceglie di dirottare Beppe sulla fascia, inserendo Massaro. Prima ancora, all'undicesimo del primo tempo, l'EIRE è già andata in vantaggio con Ray Houghton. L'Italia non riesce a reagire e di Baggio non si vede nemmeno l'ombra. La sconfitta all'esordio contro una formazione più scarsa porta la critica a scagliarsi, ovviamente, contro l'allenatore e il giocatore più rappresentativo, il quale ha deluso le attese.

Arrigo Sacchi loda pubblicamente il suo gioiello, difendendolo dagli attacchi dei giornalisti e affermando che non lo scambierebbe con Maradona. L'Italia si prepara alla partita con la Norvegia conscia di non poter sbagliare. L'ex tecnico del Milan ripropone Signori sull'esterno, con Casiraghi ad affiancare il Divin Codino. Ancora una volta, però, il ct è costretto a intervenire presto sulla squadra. Al 21′ del primo tempo, Benarrivo sbaglia il fuorigioco e Leonhardsen è libero di involarsi davanti a Pagliuca, il quale esce alla disperata, colpendo il pallone con la mano fuori dall'area. L'arbitro Krug lo caccia e Sacchi deve togliere un giocatore di movimento per far spazio al secondo portiere Marchegiani. La scelta ricade proprio su Baggio, che resta incredulo come i milioni di italiani davanti al televisore e si lascia scappare una battuta entrata nella storia: "Chi? Io? Questo è matto". Roby esce senza dire una parola e il rapporto, fino a quel momento perfetto, con il suo allenatore finisce nello stesso istante in cui mette piede fuori dal campo. L'Italia trova la forza per reagire e trovare il gol della vittoria grazie all'altro Baggio, Dino, anche lui grande protagonista del mondiale. Per la seconda partita di fila il Divin Codino non si è visto, stavolta non per colpa sua, e tutti si attendono una reazione nel match decisivo contro il Messico.

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Roby, come da programma, è di nuovo in campo nella sfida del RFK Stadium di Washington, al termine della quale si saprà se l'Italia prenderà parte alla fase a eliminazione diretta del mondiale oppure no. Baggio fa ancora coppia con Casiraghi, il quale lascia spazio a Massaro a fine primo tempo. È proprio Provvidenza a segnare il gol del vantaggio, pareggiato 10 minuti dopo da quello di Bernal. Finisce così, gli azzurri passano agli ottavi come una delle migliori terze e, ancora una volta, il Divin Codino non solo non è riuscito a segnare, ma ha fornito l'ennesima prestazione insufficiente.

Il riscatto contro la Nigeria

Era chiamato a dimostrare che Sacchi avesse sbagliato a sostituirlo contro la Norvegia, ma stranamente non ha risposto presente e l'Italia ne ha risentito. Ora, ha un'altra occasione. Gigi Riva è convinto che non la fallirà:

Con il Messico ha giocato la migliore delle tre partite. Dalla prossima finalmente potrà godere di maggiore libertà . Non conterà soltanto difendersi, ma vincere, e per lui sarà un vantaggio.

Lo stesso Roberto vorrebbe si mettesse più in luce il suo impegno per soddisfare le richieste del suo allenatore:

Da me, tutti si aspettano cose straordinarie, ma nessuno ha mai detto che per la squadra mi sacrifico. Il mister vuole che ognuno tolga a se stesso per dare al collettivo. Comunque vada, io ho la coscienza a posto. Mi sono preparato con scrupolo, non ho tralasciato nulla. Poi c'è solo l'imponderabile. Le critiche sono normali, le pressioni pure. Non è un mistero che in Italia tutti mi diano addosso.

Gli azzurri affrontano i campioni d'Africa della Nigeria il 5 luglio al Foxboro Stadium di Boston. A Baggio, stavolta, Sacchi affianca Massaro, con Signori e Berti sugli esterni. Ancora una volta l'Italia va sotto, segna Amuneke dopo 25 minuti. Fino all'88' la partita di Baggio è da 4, poi, a due minuti dalla fine, decide che è arrivato il momento di far iniziare il suo mondiale. L'Italia è con le spalle al muro, in dieci dal 75′ per l'espulsione di Zola e ha un piede e mezzo fuori da Usa '94. Il Divin Codino non è d'accordo. Mussi scappa sulla fascia, vince un rimpallo e tocca all'indietro. Roby lascia partire un destro precisissimo che si infila all'angolino alla destra di Rufai. 1-1, siamo vivi e il nostro gioiello si è sbloccato. Nell'extra-time, al 12′ del primo tempo, ancora Baggio scava un pallone per l'inserimento in area di Benarrivo, che cade e guadagna il rigore. Dal dischetto va ancora Roby: palla da una parte, portiere dall'altra e 2-1 per l'Italia. In qualche modo siamo ai quarti, ma la notizia migliore è che abbiamo recuperato psicologicamente il nostro miglior giocatore, come testimoniato da una sua stessa frase:

Eravamo sulla pista dell'aeroporto, pronti a tornare in Italia. Ho detto: scendete tutti. Mi auguro che questi gol mi abbiano sbloccato definitivamente, ma soprattutto che abbiano dato nuova forza alla squadra.

La consacrazione contro Spagna e Bulgaria

Il suo augurio si rivelerà una profezia. Quattro giorni dopo la doppietta contro la Nigeria, è la volta dei quarti di finale, contro la Spagna di Bakero. C'è di nuovo Massaro a fare da spalla a Roby, ma il Baggio che ci porta in vantaggio contro gli iberici è Dino, che con un gran destro da lontano dà ancora più lustro a un mondiale giocato alla grande. Caminero pareggia all'ora di gioco, ma il Divin Codino ha deciso che l'88' deve diventare il suo minuto. Signori, entrato dalla panchina, riesce a toccare di sinistro un pallone che spalanca la strada al numero 10, il quale salta Zubizarreta con ritrovata leggiadria e deposita in porta il pallone che vale la semifinale del mondiale.

Si torna al Giants Stadium di New York, è il 13 luglio e ad aspettarci c'è la Bulgaria di Hristo Stoichkov, che sarà capocannoniere della rassegna. Sacchi rilancia Casiraghi e spera che il Divin Codino sia ispirato. È così. Al 21′, minuto in cui era stato costretto a lasciare il campo in Italia-Norvegia, Donadoni batte un banale fallo laterale. A non essere banale è ciò che accade subito dopo: Baggio salta il primo uomo solo girandosi, supera il secondo con un dribbling e calcia a giro sul secondo palo. La palla muore all'angolino e l'Italia è in vantaggio. Roby si ripete quattro minuti più tardi: Albertini pennella in verticale e Baggio, dal vertice destro dell'area piccola, carica un diagonale che batte ancora Mihaylov. Il rigore di Stoichkov ci mette paura, ma non influisce. Siamo in finale, trascinati dal nostro campione, autore di 5 gol in 3 partite. C'è, però, un ma. Perché al 71′ Roberto ha sentito tirare la coscia ed è stato costretto a uscire: si parla di una contrattura nella migliore delle ipotesi e tutto il Paese ha paura che Sacchi sarà costretto a presentarsi a Pasadena senza il suo trascinatore.

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Il rigore sbagliato e la delusione in finale

Alla fine Baggio gioca, perché non potrebbe essere altrimenti. Che non stia bene è subito evidente, ma la sua presenza è troppo importante sia per i compagni che per spaventare il Brasile. Al Rose Bowl di Pasadena, Sacchi ripropone Massaro e durante i primi 90 minuti succede poco o niente. Roberto c'è, anche se non si vede. Ci prova con un paio di tiri poco convinti, in cui si capisce come non possa spingere più di tanto per non compromettere il muscolo in maniera più seria. I tempi supplementari sono un supplizio per i giocatori, stremati a causa del caldo torrido che li attanaglia nel pomeriggio californiano. Alla fine si arriva ai calci di rigore, sono gli 11 metri a decretare i campioni del mondo di Usa '94. Baresi, rientrato a tempo di record dopo essersi rotto il menisco contro la Norvegia, e Massaro sbagliano. Il Divin Codino ha la responsabilità di tenere a galla le speranze dell'Italia ma, per la prima volta nella sua carriera, calcia alto un penalty. Il Brasile è campione del mondo, agli azzurri non resta che l'amarezza del titolo sfumato.

Ancora oggi, a distanza di più di 27 anni, Roby non riesce a darsi pace per quel rigore sbagliato e, nel tempo, non è riuscito a darsi una spiegazione rispetto al fatto di averlo tirato sopra la traversa:

Io solitamente calciavo i rigori in una maniera differente rispetto a quanto fatto quel giorno. Li tiravo sempre rasoterra o alzando pochissimo la palla. Credo che sia il sogno di ogni bambino giocare la finale di un mondiale, per di più contro il Brasile, ed era anche il mio da sempre. Avevo immaginato potesse finire in tutti i modi possibili, ma non come poi è andata realmente.

Baggio vince il Pallone d'argento della rassegna e viene premiato secondo miglior giocatore del torneo dopo Romario. Avrebbe meritato di più, sia per la sofferenza provata che per il modo in cui ha vinto da solo tre partite di quel mondiale, ma le cose sono andate diversamente e Usa '94 sarà per sempre uno dei suoi rimpianti più grandi.

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