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La sentenza che salva il City è un assist per Sarri ma la conferma alla Juve non è scontata

La sentenza del Tas che ha salvato il Manchester City dalla squalifica in Champions è stata seguita con interesse anche in Italia. Pep Guardiola, accostato in passato ai bianconeri, ha un contratto fino al 2021 e può rinnovare. Al tecnico toscano resta la sfida più importante: fare bene in Champions, così sarebbe certo della conferma.
A cura di Maurizio De Santis
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La sentenza del Tas che ha ribaltato il verdetto della Uefa apre uno scenario interessante anche per il mercato. Il Manchester City è salvo, potrà giocare regolarmente nella prossima edizione della Champions. Dovrà pagare un'ammenda di 10 milioni di euro (un terzo rispetto all'ammenda che rappresentava un'aggravante rispetto alla richiesta della commissione) ma è sicuramente il male minore considerato il riflesso negativo sugli investimenti, sui conti, sul mercato e sulla rosa di un provvedimento di esclusione dalle Coppe. Pep Guardiola ha festeggiato assieme al suo staff la buona notizia arrivata dalla Svizzera: il tecnico catalano ha il contratto in scadenza nel 2021, tra gli effetti del pronunciamento del Tribunale potrebbe essercene uno che lo riguarda direttamente… il rinnovo dell'intesa. Molto dipenderà anche da come andrà il cammino in Champions ad agosto: se la squadra dovesse arrivare in finale e vincerla sarebbe pazzesco lasciarlo sfuggire.

La sentenza che ha "salvato" il Manchester City non è passata inosservata anche in Italia. Spettatori interessati ce n'erano anche in Serie A, in particolare a Torino dove il nome dell'allenatore catalano è stato accostato alla Juventus prima che sulla panchina si accomodasse Maurizio Sarri. Lo scudetto – a meno di crollo verticale – è cucito sulla maglia dei bianconeri, soprattutto dopo il pareggio nel confronto diretto con l'Atalanta e i passi falsi di Lazio e Inter che stanno alle spalle.

Al tecnico toscano, al netto del titolo tricolore che non è una novità per il club e per la rosa che si ritrova, resta la sfida più importante: fare bene in Champions. Almeno arrivare in finale è l'obiettivo minimo, solo così avrebbe maggiori certezze di essere confermato (cosa che al momento non c'è). Del resto, Allegri c'è riuscito 2 volte: nel 2015 – alla prima esperienza a Torino – e poi nel 2017 soccombendo dinanzi al Barcellona e al Real Madrid. Ecco perché adesso le possibilità che Sarri ottenga la conferma sono in leggero aumento e lui può avere una nuova opportunità per dare continuità al progetto (coniugare bel gioco, che finora non s'è visto, e vittorie) iniziato un anno fa.

Alcuni indizi di mercato sembrano spingere in questa direzione: l'addio a Pjanic e l'arrivo di Arthur (anche se l'operazione ha fatto molto comodo a tutti per questioni di bilancio), il forte interesse per Milik (avuto a Napoli assieme ad Allan), i ritorni di fiamma per Jorginho e il tentativo mai accantonato di puntare a una mezzala giovane e molto duttile come Zaniolo. Non bastano. Il campo viene prima di ogni cosa. E solo dalla prova del campo Sarri ne uscirà confermato oppure licenziato.

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