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La rovesciata di Parola compie 70 anni: la foto simbolo del calcio e delle figurine Panini

Il 15 gennaio 1950 Corrado Bianchi, fotografo sportivo, consacrò alla storia Carlo Parola, difensore juventino ritratto in una plastica rovesciata in Fiorentina-Juventus. Dal 1965 quell’immagine è diventata il simbolo del calcio italiano. Sapientemente ritoccata per ‘epurarla’ da ogni riferimento di parte, oggi la foto compie 70 anni.
A cura di Alessio Pediglieri
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La fotografia originale scattata da Corrado Bianchi, il 15 gennaio 1950 durante Fiorentina-Juventus
La fotografia originale scattata da Corrado Bianchi, il 15 gennaio 1950 durante Fiorentina-Juventus

Lui è Carlo Parola, straordinario difensore degli anni 50 che vestì le maglie della Nazionale e della Juventus. La fotografia è di Corrado Bianchi, fotografo sportivo dell'epoca. Il momento immortalato è il 15 gennaio 1950 con l'acrobatica conclusione in semirovesciata di Parola in Fiorentina-Juventus, prima giornata del girone di ritorno della Serie A. Dal 1965 quel gesto spettacolare divenne la copertina dell'album di figurine della Panini – nato quattro anni prima, nel 1961 – e poi il ‘logo' della stessa casa editrice modenese. Oggi, 15 gennaio 2020, lo ‘scatto' di Parola compie 70 anni.

L'inizio con Liedholm, in maglia rossonera

L'immagine di Carlo Parola ha una sua storia particolare, così come si conviene ad ogni mito. Il giocatore nella plastica posa comparve per la prima volta sull’album della ‘Panini' nel 1965-66, utilizzando uno scatto del fotografo Bianchi. Per le precedenti quattro edizioni, la casa editrice modenese aveva sfruttato un altro protagonista di quegli anni: Nils Liedholm. L'asso svedese del Milan, vincitore di un oro olimpico ai Giochi di Londra del 1948 e finalista nell'edizione casalinga dei Mondiali del 1958 si era da poco ritirato ed era stato raffigurato con un disegno ripreso da una fotografia, mentre in maglia rossonera colpiva il pallone di testa. Una scelta poco convincente, molto legata ad una squadra, rivolta ad un giocatore straniero.

La copertina per le prime 4 edizioni delle figurine Panini (dal 61 al 65) con Nils Liedholm ritratto da una fotografia con la maglia del Milan
La copertina per le prime 4 edizioni delle figurine Panini (dal 61 al 65) con Nils Liedholm ritratto da una fotografia con la maglia del Milan

La ‘svolta' con Parola e il ‘ritocco' di Vaccari

Poi, la svolta. Una foto di Corrado Bianchi viene apprezzata dalla ‘Panini' a tal punto che si decide di utilizzarla sulla copertina della "Grande Raccolta" non prima di rielaborarla per togliere ogni riferimento di colore e bandiera. E' l'artista Wainer Vaccari a metterci mano con colori diversi dagli originali: per garantire l’imparzialità del simbolo, si scelse di togliere a Parola la divisa bianconera e di sostituirla con una maglietta rossa, pantaloncini bianchi e calzettoni neri e gialli. Un’associazione di colori che non corrisponde ad alcuna squadra reale del calcio italiano e che iniziò a rappresentare semplicemente il ‘calcio' nella sua autenticità. Da allora, quella elaborazione non ha più abbandonato le raccolte di figurine.

La prima edizione (65-66) e l'ultima (2019-20) delle figurine Panini con in copertina la rovesciata di Parola
La prima edizione (65-66) e l'ultima (2019-20) delle figurine Panini con in copertina la rovesciata di Parola

Chi era Carlo Parola

Carlo Parola era nato a Torino nel 1921 e aveva scelto il calcio ma non da subito perché prima provò a cimentarsi in un'altra disciplina, il ciclismo. Rimasto orfano a sette anni, fu assunto dalla FIAT trovando posto nella squadra del Dopolavoro aziendale. Da lì, mentre era alle dipendenze della famiglia Agnelli, transitò nei ranghi della Juventus. Parola divenne un punto di riferimento: disputò più di trecento gare con la Juve fra il 1939 e il 1954, vincendo due Scudetti e una Coppa Italia. Negli anni ‘70, fu chiamato sulla panchina bianconera e da allenatore conquistò un altro campionato. Fu congedato al termine della stagione 1975-76, quando il titolo andò ai rivali cittadini del Torino. Morì nel 2000, quasi dimenticato da tutti, ma non dall’amico ed ex compagno di squadra Giampiero Boniperti, che in ricordo dei tempi andati, gli annodò al collo una cravatta della Juve.

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