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La reazione di Pogba alla squalifica per doping: “Sentenza sbagliata, mi hanno tolto tutto”

Il centrocampista francese ha condiviso sui social lo sfogo dopo il provvedimento durissimo per la carriera: “Non ho mai imbrogliato, sono pulito. E adesso faccio ricorso al TAS”.
A cura di Maurizio De Santis
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Pogba ha affidato ai social il proprio sfogo dopo la squalifica per doping.
Pogba ha affidato ai social il proprio sfogo dopo la squalifica per doping.

Paul Pogba ha affidato a un messaggio condiviso sui social la reazione alla squalifica di 4 anni inflittagli dal Tribunale Nazionale Antidoping. La sentenza di questa mattina è stata una mazzata tremenda per il 31enne centrocampista della Juventus: già sospeso dallo scorso 11 settembre, il verdetto soffia nuvole nere sulla sua carriera e ne mette a rischio la possibilità possa continuare una volta esaurito il periodo di punizione.

L'iter del procedimento giudiziario che lo riguarda non è ancora concluso: il giocatore ha ancora la possibilità di fare ricorso al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) nella speranza di riuscire a beneficiare di uno sconto di pena.

Sono tre i punti essenziali della nota che l'ex Manchester United sottolinea nella nota che ha diffuso attraverso un comunicato ufficiale e i profili personali.

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Nel primo racconta qual è lo stato emotivo in cui versa attualmente e quanto sia difficile non restare schiacciato dal peso di una vita (anche sportiva) che gli crolla addosso all'improvviso.

Oggi sono stato informato della decisione del Tribunale Nazionale Antidoping e ritengo che la sentenza sia errata. Sono triste, scioccato e con il cuore spezzato per come tutto quello che ho costruito nella mia carriera da giocatore professionista mi sia stato tolto.

La seconda parte dello sfogo è tutta incentrata sulla declamazione della propria innocenza: Pogba ribadisce che non c'è mai stato intento da parte sua di alterare le prestazioni ricorrendo ad aiuti esterni e proibiti, né ha mai pensato di poter imbrogliare la società, i compagni di squadra, i tifosi, se stesso.

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Si dichiara pulito e conferma che l'assunzione di quella sostanza contenuta in un integratore consigliatogli da un amico medico è stata accidentale, inconsapevole e involontaria (è sempre stata questa la strategia difensiva suffragata dall'intervento dei suoi avvocati).

Quando sarò libero da restrizioni legali l'intera storia sarà chiara, ma non ho mai preso consapevolmente o deliberatamente integratori che violano le normative antidoping. Da atleta professionista non farei mai nulla per migliorare le mie prestazioni utilizzando sostanze vietate e non ho mai mancato di rispetto o imbrogliato altri atleti e tifosi di nessuna delle squadre per cui ho giocato o contro.

Nella terza e ultima frase c'è tutto l'orgoglio dell'uomo che non ha alcuna intenzione di accettare passivamente quel che il destino gli ha riservato ed è pronto a far valere le proprie ragioni dinanzi al TAS.

In conseguenza della decisione annunciata oggi farò ricorso davanti al Tribunale Arbitrale per lo Sport.

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