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La partita del campionato dilettantistico è un regolamento di conti: scene di violenza inaudita

La maxi rissa tra calciatori ha trasformato il ritorno dei quarti di finale della Lega Interprovinciale tra Centenario de San José de la Esquina e Cafferatense in una corrida.
A cura di Maurizio De Santis
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Il violento calcio sferrato all'avversario che è già a terra dolorante per un fallo subito.
Il violento calcio sferrato all'avversario che è già a terra dolorante per un fallo subito.

Una violenza inaudita per regolare i conti i campo, fino a quando il direttore di gara non ha fischiato la fine della partita. Il clima da far west e da caccia all'uomo s'è scatenato durante una gara del campionato dilettantistico argentino a Santa Fe.

La maxi rissa tra calciatori e il tentativo d'invasione da parte dei tifosi ha trasformato il ritorno dei quarti di finale della Lega Interprovinciale tra Centenario de San José de la Esquina e Cafferatense in una corrida, con immagini inquietanti. Una in particolare desta maggiore impressione: l'impeto con il quale un giocatore si avvicina a un avversario, a terra dolorante, e gli sferra un calcio sulla schiena.

Da quel momento inizierà un altro tipo di match, con il protagonista di quel gesto che viene braccato, circondato e colpito al volto con un pugno da un membro dello staff rivale. Prende botte e ceffoni, qualche spintone poi riesce a divincolarsi e a fuggire.

La maxi rissa scoppiata dopo il brutto gesto.
La maxi rissa scoppiata dopo il brutto gesto.

Sul terreno di gioco s'è formato un capannello, l'arbitro non sa che pesci prendere né come tenere a bada quella reazione a catena innescata da un atteggiamento insano. A sbrogliare quel parapiglia ci pensano le forze dell'ordine, costrette a scendere in campo per evitare che la situazione prendesse una piega peggiore.

Quello scontro di gioco è solo la punta dell'iceberg, il nervosismo che ha caratterizzato tutta la partita ha avuto picchi di biasimo anche in altri momenti per contatti al limite della condotta violenta e di un agonismo esasperato. Nella ripresa l'arbitro perderà definitivamente il controllo del match.

A nulla è valsa l'espulsione immediata del giocatore che prima ha commesso un fallo da "rosso diretto" e poi ha scalciato l'avversario inerme. La sequenza video mostra come lo stesso direttore di gara venga ingannato dall'andatura "normale" del calciatore: sembrava si stesse avvicinando a quello a terra per sincerarsi delle sue condizioni… invece, aveva in testa solo una cosa. Ovvero, infierire su di lui.

La zuffa è stata la diretta conseguenza di quell'atteggiamento, impossibile placare gli animi ormai esagitati. C'è voluto del tempo prima che tornasse la calma e la partita potesse riprendere per quegli scampoli di incontro che ancora mancavano. L'arbitro l'ha chiusa lì, senza andare troppo oltre. Tutti nello spogliatoio a prendere una camomilla calda…

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