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Ammutinamento nel Napoli, Ancelotti testimonia per Allan: non udì le offese al vice presidente

L’udienza si è svolta davanti al Collegio Arbitrale, nei confronti di Allan è aperto un procedimento per ingiurie e minacce rivolte al vice presidente. I dirigenti Giuntoli e Pompilio hanno confermato le frasi irriguardose del brasiliano, per il quale il club ha chiesto la decurtazione del 50% di una mensilità. L’ex allenatore, Ancelotti, ha affermato di non averle sentite.
A cura di Maurizio De Santis
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La notte più lunga del Napoli. La notte della ribellione della squadra e dell'ammutinamento che il 5 novembre del 2019 deflagrò nella pancia del San Paolo (oggi stadio Maradona) dopo la partita di Champions League contro il Salisburgo. A salire sulle barricate furono i calciatori che rifiutarono il rientro in ritiro e nello spogliatoio alzarono la voce contro la società. Accadde di tutto compreso un faccia a faccia molto aspro tra Allan e il vice presidente, Edoardo De Laurentiis (figlio del massimo dirigente) a corredo delle parole di Lorenzo Insigne ("noi andiamo a casa, dillo a tuo padre"). Dopo due anni la vicenda s'è smembrata con alcuni dei protagonisti – è il caso di Mertens e Zielinski – che hanno già risolto il contenzioso in sede di rinnovo così da evitare che il percorso legale possa avere ripercussioni su di loro anche dopo la cessazione del contratto.

I procedimenti aperti sono due: l'uno fa riferimento a tutta la squadra, l'altro vede coinvolto solo Allan per ingiurie e minacce rivolte al vice presidente. La causa nei confronti del brasiliano (oggi all'Everton) è ancora in atto (la sentenza dovrebbe arrivare a fine novembre), tra i testimoni chiamati in causa dinanzi al collegio arbitrale saranno ascoltati anche Hysaj (citato dal sudamericano in qualità di teste) mentre né Insigne, Lozano e Maksimovic si sono presentati all'udienza di mercoledì fornendo adeguata giustificazione. La richiesta sostenuta dal club partenopeo dinanzi al Collegio Arbitrale: decurtazione del 50% di una mensilità per l'ex mediano, la sanzione più alta rispetto al resto dei calciatori compreso quella dell'attuale capitano.

Nel novero delle persone ascoltate figurano anche il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, il suo collaboratore Giuseppe Pompilio: entrambi hanno confermato le espressioni offensive e ingiuriose pronunciate dal brasiliano contro Edoardo De Laurentiis. Carlo Ancelotti, allora allenatore del Napoli, è intervenuto in video-conferenza quale teste invitato da Allan: l'ex tecnico, oggi al Real Madrid, ha ribadito che era contrario al ritiro imposto dalla società né udì in quel frangente le frasi irriguardose del calciatore.

La strategia difensiva di Allan punta anche su un altro fattore: le sue condizioni fisiche. Il brasiliano sostiene che allora – come da referto medico – godeva di quindici giorni di riposo assoluto. Tesi avversa quella del Napoli che riteneva il calciatore regolarmente convocato, a disposizione di Ancelotti e – anche se non schierabile – obbligato a rispettare le stesse prescrizioni dei suoi compagni di squadra.

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