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La frustrante “bi-zona” di Simeone resiste 70 minuti: tattica sfacciata contro Guardiola

La tattica di Simeone: due linee da 5 schierate davanti all’area di rigore, catenaccio puro e zero tiri in porta in 90′. Un lampo di Foden e il gol di De Bruyne abbattono il fortino dell’Atletico Madrid e regalano la vittoria al Manchester City nell’andata dei quarti di Champions.
A cura di Maurizio De Santis
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Lo schieramento difensivo dell'Atletico Madrid contro il Manchester City.
Lo schieramento difensivo dell'Atletico Madrid contro il Manchester City.

Due linee da 5 schierate davanti all'area di rigore. Densità esasperante. È la "b zona" frustrante di Simeone che a Manchester schiera l'Atletico Madrid per disputare una partita esclusivamente difensiva. Catenaccio puro, di quelli che il paròn Rocco sigillava con una raccomandazione molto semplice ai calciatori: "Colpite tutto quel che si muove a pelo d'erba. Se è il pallone, meglio". Qualcosa di simile è accaduta (ma per l'allenatore argentino non è certo la prima volta) all'Etihad Stadium, nell'andata dei quarti di Champions League, convinto che contro una formazione come il City – che se la lasci giocare ti schianta e ti sommerge di gol – fosse solo questo il metodo migliore di interpretare il match. Atteggiamento passivo, trincerarsi al centro e pazienza se fai fatica a ripartire (o non lo fai affatto).

Il piano gara è chiaro, non può essercene un altro. È questa l'identità del tecnico argentino: tenere vertice basso, ranghi serrati, attaccanti in copertura, linee strette e furore agonistico per occupare le zone di passaggio, tessere la ragnatela e la trappola al City, impedire e distruggere, arroccarsi e sfruttare a mo' di sortita la prima azione di contropiede utile per uscire dall'assedio. E se trincerarsi non basta allora esistono anche altri sistemi per bloccare l'avversario, con le buone o con le cattive maniere.

Kevin De Bruyne sfrutta una bella giocata di Foden e sblocca la partita di Champions contro l'Atletico Madrid.
Kevin De Bruyne sfrutta una bella giocata di Foden e sblocca la partita di Champions contro l'Atletico Madrid.

Il modulo scelto per affrontare la squadra di Guardiola è sfiancante, è l'esaltazione del cholismo (in Italia Allegri è stato ed è nella bufera per un copione simile), è un "me ne frego" urlato in faccia agli esteti del calcio moderno, ai teorici della costruzione dal basso, ai fini dicitori del possesso palla, al tentativo da parte della Uefa di alimentare lo spettacolo archiviando la regola del gol in trasferta.

L'argentino traccia una partita tutta garra e coltello tra i denti, con indicazioni precise, pochi fronzoli e molta efficacia. Basta dare un'occhiata alle statistiche dell'incontro per capire cosa (non) è stata la prestazione dei ‘colchoneros' in Inghilterra. C'è un dato in particolare che fotografa la situazione: tra primo e secondo tempo l'Atletico non fa nemmeno un tiro in porta. Zero. Zero è anche il "numero" alla voce calci d'angolo. E consegna il campo al Manchester City, lasciandogli metri e iniziativa, con un possesso palla che va oltre il 70%.

Stucchevole ma efficace. La strategia funziona almeno fino al 70° quando Kevin De Bruyne – grazie a una giocata-lampo di Foden decisivo appena subentrato – trova lo spazio e l'agio giusti per far gol. "Grazie a lui possiamo vedere un'altra partita", dice l'ex calciatore della Juventus, Claudio Marchisio a corredo di un incontro a senso unico e bruttissimo, su un campo condizionato dagli scrosci temporaleschi e dalla tattica remissiva degli spagnoli. Al ritorno toccherà ai madrileni attaccare per provare a recuperare il risultato: dovranno fare 1 gol per sperare nei supplementari, almeno 2 (e senza subirne) per passare il turno. Il nuovo regolamento è una tagliola e una spada di Damocle.

Simeone ci crede. In fondo contro Guardiola gli è andata bene/benissimo nella stagione 2015-2016, allora il tecnico catalano era alla guida del Bayern Monaco e venne eliminato dall'Atletico Madrid in semifinale con gli iberici che passarono facendo nel complesso dei due incontri 2 gol su 18 tiri, come i tedeschi che di tiri però ne fecero 53.

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