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La forza di Alexia Putellas, Pallone d’Oro che emoziona il mondo: “Papà, spero sia fiero di me”

Alexia Putellas ha vinto il Pallone d’Oro nella notte magica di Parigi. Capitana del Barcellona femminile, è la migliore giocatrice del 2021 e la sua premiazione ha emozionato tutti i presenti.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Alexia Putellas aveva soltanto 6 anni quando indossò per la prima volta le sue scarpe da calcio. Non ha mai avuto il timore di chiedere agli altri bambini di giocare con loro e vivere l'emozione di uno sport che da lì a poco sarebbe diventato la sua più grande ragione di vita. La giovane spagnola classe 1994 ha incantato e soprattutto emozionato i presenti alla serata di Gala a Parigi che l'ha vista trionfare con la vittoria del Pallone d'Oro. Putellas come Lionel Messi, i grandi protagonisti della notte francese, nati e cresciuti nel settore giovanile del Barcellona.

Alexia infatti ha iniziato la sua avventura nel mondo del calcio iscrivendosi all'unica squadra femminile in Spagna, il CE Sabadell. Quattro stagioni fino a quando il Barça, la sua squadra del cuore, l'ha notata. Putellas è nata infatti a Mollet del Vallès, un comune spagnolo di poco più di 52mila abitanti situato nella comunità autonoma della Catalogna. È cresciuta ammirando le magie Saviola, Riquelme, Ronaldinho, Eto'o e Messi al Camp Nou prima di iniziare a vivere in prima persona l'emozione di dover indossare la maglia blaugrana.

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L'inizio al Barcellona però non è stato dei migliori e così a 12 anni è passata ai vicini dell'Espanyol. Mica male dato che il club era uno dei punti di riferimento in Spagna e si batteva, ogni anno, per la conquista della Liga e della Copa de la Reina. Alexia si è distinta nelle categorie inferiori della squadra fino al debutto, all'età di 16 anni, con la prima squadra. Attaccante, sinistro d'oro, un talento da vendere e tanta determinazione che l'hanno poi portata al Levante in cui si distinse segnando subito 15 gol in sole 34 partite.

Il Barcellona non poteva più aspettare dopo aver ammirato le gesta della giocatrice rivelazione della stagione 2011/2012. E così le fu subito proposto di ritornare nel club blaugrana. Un sogno, tramutatosi però in un incubo poco prima della sua avventura al Barcellona. Alexia infatti ha vissuto uno degli episodi più duri della sua vita: la perdita improvvisa del padre Jaume.

Un papà esemplare che l'aveva supportata in tutte le sue decisioni. Era in tribuna in ogni partita giocata da sua figlia, era il suo più grande critico e il suo braccio destro. La passione di Jaume per il calcio la impressionò ancora di più e la trasferì tutta in campo. Da allora, era il 2012, ogni volta che fa gol indica il cielo perché dedica la marcatura a suo padre.

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Al Barcellona inizio così un nuovo capitolo della sua vita con il Barça. Nel club catalano è stata la grande protagonista del Triplete vinto dal club. Con Coppa, Campionato e Champions League, anche Alexia è diventata un punto di riferimento in Europa. Qualità, umiltà e calcio. Tre parole che lo definiscono perfettamente.

Ad oggi, dal suo ritorno al Barcellona nel 2012, il capitano ha giocato 364 partite e ha segnato un totale di 157 gol (118 in campionato, 12 in Champions League, 16 in Coppa della Regina, 3 in Supercoppa spagnola e 8 in Coppa catalana) vincendo complessivamente con la maglia blaugrana cinque volte il campionato spagnolo, sei coppe della Regina (più un'altra con l'Espanyol), tre coppe di Catalogna e una Champions League, quest'anno. Ieri, nel giorno in cui ricorre il 122° anniversario della nascita del club della sua vita, Alexia Putellas è stata incoronata regina del calcio con la conquista del Pallone d'Oro consegnatogli da Kylian Mbappé.

Alexia ha cercato di contenere l'emozione per dedicare il Pallone d'Oro a suo padre, scomparso nel 2012: "Alla persona per cui faccio tutto, spero che tu sia molto orgoglioso di me" ha detto facendo commuovere parte dei presenti in sala. La giovane giocatrice spagnola succede alla norvegese Ada Hegerberg, la prima vincitrice della storia, nel 2018 e all'icona americana Megan Rapinoe (2019). "E' un premio individuale, ma è un successo collettivo. Agli allenatori che hanno creduto in me, ai tifosi, alla società, che il destino ha voluto che oggi fosse il loro 122esimo anniversario – ha detto al termine della premiazione – Voglio dedicare questo momento a chi c'è stato, è e sarà sii molto speciale per me. Per chi faccio di tutto. Spero che tu sia molto orgoglioso di tua figlia". 

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