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Pioli a rischio esonero: i numeri del girone di ritorno del Milan che lo condannano

Il Milan è crollato nel girone di ritorno con una media punti disastrosa, da 2,26 a partita agli attuali 1,64. Rischiando di uscire dalla qualificazione in Champions League, motivo per cui il Gruppo Elliott valuta il futuro di Stefano Pioli. Che non è nuovo a crolli nella seconda parte di campionato: accadde lo stesso alla guida di Lazio, Inter e Fiorentina.
A cura di Alessio Pediglieri
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Fuori dalla Champions League. E' il destino che attende il Milan di Stefano Pioli che davanti al mancato obiettivo lascerà la guida rossonera a fine stagione. Se un anno fa il tecnico venne difeso ad oltranza dalla dirigenza davanti alle voci insistenti di un suo avvicendamento, oggi dopo l'ultimo scivolone di Roma contro la Lazio, il panorama complessivo è radicalmente cambiato in casa Milan.

Stefano Pioli rappresentava la scorsa estate un punto di ripartenza per la proprietà, con il Gruppo Elliott che, dopo aver conquistato l'accesso in Europa League, aveva deciso di dare continuità al progetto, con la qualificazione in Champions League come obiettivo minimo da raggiungere. Le ultime cinque giornate saranno fondamentali per diversi aspetti: riacciuffare la Champions e dare un segnale forte con cui riprendere il progetto, svilito da un girone di ritorno disastroso.

Il girone di ritorno, appunto. La pena del contrappasso di un Milan che sul giro di boa dello scorso campionato costruì le proprie fortune e certezze che sono durate fino a questa primavera, per poi sciogliersi al primo tepore. Certo, a Stefano Pioli bisogna anche rendere l'onore delle armi e che ha dovuto fare i conti con tempi non facili caratterizzati almeno da tre fattori decisivi: la stanchezza maturata per aver giocato, senza soluzione di continuità, senza pause reali da un anno e mezzo con tre sfide supplementari per entrare nel girone di Europa League, la pandemia che ha inciso a lungo termine e l'imprevista assenza di Ibrahimovic prolungata ogni aspettativa.

L'assenza di Ibrahimovic

Se i primi due elementi sono condivisibili per tutte le altre squadre di Serie A, nel girone di ritorno la mancanza in campo di Ibrahimovic ha però avuto un peso specifico rilevante anche in concomitanza di altre assenze, più o meno giustificate da parte dei giocatori che avrebbero dovuto aiutare il  gruppo e Stefano Pioli: da Calhanoglu a Bennacer, da Rebic a Leao, fino all'involuzione di Theo Hernandez e al flop attuale di Mandzukic.

I precedenti negativi di Stefano Pioli nel girone di ritorno

A ciò si aggiunga la storica avversione per la seconda fase di campionato da parte di Stefano Pioli che, nelle ultime tre esperienze in panchina oltre al Milan (Fiorentina, Inter, Lazio) ha fallito al secondo anno, nelle ultime partite di campionato. Le statistiche confermano come nella seconda stagione alla guida della stessa squadra, Pioli subisca un calo ‘fisiologico'. E' accaduto nella seconda stagione alla Lazio (dopo che nella prima arrivò alla qualificazione in Champions League) e poi alla Fiorentina quando, al secondo anno in viola, venne esonerato all'inizio di aprile.

Si sta ripetendo puntualmente al Milan, dove il rendimento della squadra è crollato. Si è passati da una media punti di 2,26 alla fine del girone d'andata all'attuale 1,64, al netto delle prossime cinque giornate da disputare. Senza tralasciare l'amara parentesi nerazzurra dove però salì in sella solo a novembre al posto di De Boer: anche all'Inter, il trend non cambiò con un lento declino nei risultati, passando dall'iniziale 2,29 punti a partita, fino all'1,43 e conseguente addio.

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