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La Corte d’Appello non perdona la “Rivolta degli schiavi”: ridati 10 turni di squalifica a Marconi

La Corte d’Appello federale ha ripristinato la maxi squalifica a Michele Marconi per le sue espressioni discriminatorie nei confronti di Joel Obi, durante Pisa-Chievo del 22 dicembre 2020. Una frase che costa all’attaccante, oggi all’Alessandria, 10 turni di stop di cui ne ha già scontati due. Rientrerà in campo solamente nel 2022.
A cura di Alessio Pediglieri
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Contro il centrocampista avversario Joel Obi, Michele Marconi aveva utilizzato frasi intolleranti e di natura razzista. Tutto era accaduto durante un Pisa-Chievo in serie cadetta, quando la punta dei toscani si rivolse al giocatore nigeriano gridandogli contro "Ma cos’è? La rivolta degli schiavi?", una frase sentita da molti ma senza un intervento immediato. Era il 22 dicembre 2020. A quasi un anno di distanza, oggi, la Corte d'Appello federale ha nuovamente imposto dieci turni di squalifica al 32enne giocatore che nel frattempo si è trasferito all'Alessandria.

Una sanzione prevista dal codice di giustizia sportiva e che ha ribaltato la sentenza precedente del CONI. Le motivazioni verranno pubblicate nei prossimi giorni ma la Corte d'Appello ha diffuso oggi il comunicato ufficiale. L'articolo 28 comma 2 del codice di giustizia sportiva, prevede infatti "la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, una squalifica a tempo determinato" per calciatori che adottano un "comportamento discriminatorio".

Michele Marconi, che di quei 10 turni ne aveva già scontati 2, adesso dovrà rimanere ancora fermo. Tornerà in campo solamente nel 2022, quando avrà scontato tutta la squalifica rimanendo in tribuna nell'Alessandria, società in cui si è trasferito dal Pisa. La Procura federale aveva subito aperto un'indagine nell'immediato post gara del 2020 con conseguente deferimento e maxi squalifica, decisione poi cambiata dal Coni e, ora ristabilita dalla Corte d'Appello federale.

Marconi – e il Pisa – avevano sempre negato che fosse stata pronunciata quella frase verso Obi – oggi in Serie A con la Salernitana – ma testimonianze e accertamenti rilevarono che venne detta in campo e "sentita dai più" senza che nessuno intervenisse nei confronti di un chiaro comportamento discriminatorio. "Il razzismo non deve esistere! Noi siamo tutti uguali e se c’è un nemico da combattere insieme è proprio il pensiero della diversità! Ringrazio tutte le persone che in queste ore mi stanno mandando messaggi di vicinanza e di solidarietà" scrisse subito dopo il fatto, Obi sui suoi profili social, confermando l'accaduto.

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